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Arriva un importante accordo per Michelin Italia. E' stata firmata, presso l'Unione industriali di Torino, un'intesa tra l'azienda e i sindacati dei settori della gomma e metalmeccanici. Michelin investe in Italia 180 milioni di euro e garantisce il futuro produttivo nel paese. Insieme a questo, vengono tutelati i livelli occupazionali e il reddito dei lavoratori.
Un mese fa la “Michelin Italiana” annunciava un pesante piano di riorganizzazione con la conseguente previsione di 580 lavoratori eccedenti nei diversi siti del gruppo. Questa notte presso l’Unione degli Industriali di Torino dopo una lunga e impegnativa vertenza fra le organizzazioni sindacali dei settori della gomma e metalmeccanico e i responsabili aziendali di “Michelin” è stato sottoscritto un verbale di accordo che già da oggi è sottoposto al giudizio e al voto di tutti i lavoratori interessati". Lo affermano le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, insieme al coordinamento delle Rsu di Michelin
Con l’accordo sottoscritto, spiegano le organizzazioni, la Michelin Italiana si impegna fra l’altro:
- A investire negli stabilimenti italiani complessivi 180 milioni di euro al netto delle spese correnti e del Piano sociale con i quali rafforzare e consolidare la presenza industriale, logistica e commerciale della “Michelin Italiana” e a escludere ulteriori interventi strutturali di ridimensionamento dei siti italiani nei prossimi cinque anni.
- A ricollocare nel proprio perimetro il personale eccedente nei siti di Fossano, Torino Stura, Tribano e Alessandria per un totale di circa 362 lavoratori cosi ripartiti: Alessandria 15, Cuneo 235, Torino 85, siti esteri 30. Nello stabilimento di Fossano, la cessazione delle produzioni sarà progressiva sino al giugno 2017 ed entro quella data la produzione di cerchietti sarà trasferita nello stabilimento di Cuneo.
- A favorire con una serie di strumenti organizzativi ed economici la ricerca di soluzioni esterne al perimetro aziendale.
- A ricorrere alla mobilità su base volontaria e a varie forme d’incentivazione e sostegno al reddito.
- A ricercare a fianco delle istituzioni soluzioni di reindustrializzazione dei siti di Fossano e Tribano attraverso l’azione in particolare della Fondazione Michelin Sviluppo.
Entro gennaio 2016 dovranno esser raggiunti nell’ambito di ogni sito specifici accordi di flessibilità organizzativa e produttiva che consentiranno la stabilizzazione a tempo indeterminato e part-time di 280 contratti di lavoro attualmente a tempo determinato ed in somministrazione.
"Con l’accordo sottoscritto - aggiungono i sindacati - le parti si sono date atto che il complesso delle misure individuate se correttamente applicate sono condizione sufficiente a risolvere il problema degli esuberi dichiarati dall’azienda e del fabbisogno di occupazione stabile. L’accordo è il risultato della lotta, della partecipazione, dell’intelligenza dei lavoratori, dei rappresentanti sindacali di fabbrica e delle organizzazioni sindacali dei diversi settori coinvolti, che hanno saputo darsi obiettivi condivisi e agire con coerenza e spirito unitario"
Giudizio positivo viene espresso da Marco Falcinelli, segretario nazionale della Filctem, in una nota. "L'accordo Michelin è la dimostrazione della serietà e del senso di responsabilità dei lavoratori e di tutte le organizzazioni sindacali - osserva il sindacalista -: non ci siamo voltati altrove di fronte ai problemi pesanti che ci venivano prospettati, e le soluzioni individuate portano investimenti, salvaguardia dell'occupazione esistente e nuova occupazione attraverso la stabilizzazione dei contratti precari. Non si può essere contenti quando si chiude uno stabilimento ma il livello di mediazione alta individuata e' un elemento di certezza dell'accordo". Da parte sua, "l'azienda ha dimostrato di credere sul serio nel sistema di relazioni industriali modificando il suo piano strategico originario e accettando le proposte dei lavoratori e del sindacato anche sugli assetti industriali; segnale importante questo, in un momento in cui nel paese si tenta quotidianamente di sminuire il nostro ruolo. Abbiamo dimostrato che se le aziende ascoltano i lavoratori e i loro rappresentanti, senza preconcetti, le soluzioni ai problemi si trovano senza abbattere diritti o facendo scempi sull'occupazione", conclude.