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I viali di Bologna sono già paralizzati per il traffico a causa dello sciopero dei metalmeccanici indetto oggi dalla Fiom-Cgil in Emilia-Romagna e in altre regioni per il contratto e contro l'accordo siglato ieri da Fim e Uilm con Federmeccanica. La protesta è al secondo giorno dopo che ieri a fermarsi erano state le tute blu di Lombardia, Toscana e Marche.
A Bologna sono attesi oltre 120 pullman provenienti da tutta la regione. Alla protesta delle tute blu si affianca quella degli studenti delle scuole superiori in difesa della scuola pubblica e degli universitari. Il punto d'incontro è a Porta Saragozza da dove partirà il corteo lungo i viali della circonvallazione per raggiungere, intorno alle 12,30, piazza Ravegnana sotto le Due Torri per il comizio conclusivo. In questo punto confluiranno anche gli studenti che partiranno, invece, da piazza XX Settembre.
'Accordo separato accordo truccato' è invece lo striscione che apre il corteo dei metalmeccanici piemontesi della Fiom a Torino, che partito da Porta Susa si concluderà in piazza Castello con l'intervento del segretario nazionale del sindacato, Giorgio Airaudo. Dietro lo striscione i lavoratori della De Tomaso, della Fiat e dell'Ilva di Novi Ligure a cui seguono rappresentanze di lavoratori di tutte le aziende in crisi del Piemonte. Alla manifestazione, a cui partecipano migliaia di lavoratori, sono presenti delegazioni della Cgil e degli studenti. In piazza Castello, prima dell'intervento conclusivo di Airaudo, sul palco si alterneranno delegati di tutte le province piemontesi. Ad aprire gli interventi una lavoratrice della Carrozzeria della Fiat di Mirafiori, poi prenderanno la parola anche il segretario piemontese della Cgil, Alberto Tomasso e uno studenti. Per partecipare alla manifestazione sono giunti 25 pullman da tutta la regione.
A Roma il sindacato sfila dalla Bocca della Verità a piazza Farnese percorrendo il centro storico a partire dalle 9.30. Alla stessa ora, scuole e università si sono date tre diversi appuntamenti non autorizzati.
Anche ieri, sia a Milano che ad Ancona e Firenze, gli operai sono stati affiancati dagli studenti. Nel capoluogo marchigiano, al termine del comizio, aperto da delegati di diverse imprese metalmeccaniche, nonché da lavoratori precari, hanno preso la parola, con interventi fra loro alternati, Roberta Turi, Segretaria nazionale della Fiom, e un'altra Roberta, studentessa del liceo pedagogico Rinaldini. La prima ha esposto i problemi della maggiore categoria dell'industria a fronte della grave crisi economica in atto e della linea tenuta dalla Federmeccanica nel rinnovo contrattuale sfociato oggi in un ennesimo accordo separato. La seconda quelli degli studenti in un paese caratterizzato da tassi insopportabili di disoccupazione giovanile.
Nelle Marche, tra gli stabilimenti dove sono state toccate le percentuali più alte di adesione allo sciopero, ricordiamo la Fincantieri di Ancona (90%), nonché i cantieri Isa e Crn sempre di Ancona (rispettivamente al 90 e all'85%). Si segnalano inoltre la Meccanica Adriatica di Ascoli Piceno (90%), la Comelit di Senigallia-Osimo (80%), nonché la Caterpillar e la Cnh (Fiat Industrial) di Jesi, rispettivamente all'80% e al 70%.
A Milano l'imponente corteo ha mostrato la fotografia del successo dello sciopero nella più grande regione industriale del nostro Paese. Ecco alcune delle aziende in cui sono state rilevate le più alte percentuali di adesione all'iniziativa di lotta. Brescia: Stefàna Ospitaletto 100%, Alfa Acciai 90%, Beretta 75%. Lecco: Lucchini 100%, Lanfranconi 95%, Itla 85%, Franci 80%. Mantova: Comer 95%, Belleli e Bondioli & Pavesi 90%. Varese: Garavaglia 100%, Whirlpool 95%. Lodi: Marcegaglia 98%, Abb 90%. Legnano:Magneti Marelli 90%, Franco Tosi 80%. Milano: Ansaldo Sistemi Industriali e Kone 85%, Alstom Power, Nacco e Ugitek 80%. Bergamo: Somaschini di Trescore e Bianchi Vending di Zingonia 80%, Dalmine 70%. Cremona: Ocrim (operai) 90%, Acciaieria Arvedi e Koch 80%. Vallecamonica: Isa Passirano e Tassara 80%. Brianza: Hydro Alluminio e Brucola 80%, Peg 70%.
Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, che oggi sarà a Padova, per la manifestazione regionale del Veneto, ieri, chiudendo la manifestazione di Milano, ha sottolineato che "l'accordo separato siglato da Fim, Uilm e Federmeccanica per il contratto dei metalmeccanici cancella il ruolo del Ccnl ed estende il modello Fiat a tutte le aziende metalmeccaniche. La firma separata è il primo frutto avvelenato dell'accordo separato sulla produttività voluto dal governo Monti e firmato senza la Cgil". "L'accordo raggiunto sancisce l'aumento dell'orario di lavoro, cancellando il ruolo delle Rsu sulla loro gestione - ha aggiunto Landini - manomette il principio dei primi 3 giorni di malattia e, sui minimi contrattuali, non garantisce più il principio costituzionale secondo cui a parità di lavoro deve corrispondere parità retributiva”.