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La Cgil Messina riaccende i riflettori su lavoro e sviluppo con il Quinto studio sullo stato dell’occupazione nel territorio illustrato questa mattina (30 aprile) dal segretario generale della Camera del Lavoro metropolitana Lillo Oceano e dai segretari confederali (scarica il pdf). Il report, oltre ad analizzare i dati disaggregati rispetto all’anno precedente, affronta un ulteriore approfondimento sulle dinamiche occupazionali dell’ultimo decennio 2005-2014.
L’analisi elaborata su dati Istat mette in evidenza in particolare gli effetti devastanti della crisi economica che nei territori del Sud hanno avuto conseguenze ben peggiori che nel resto del Paese, a fronte di provvedimenti del governo che invece non vanno nella direzione di politiche di sostegno al Mezzogiorno, con una grave condizione di arretratezza del territorio messinese e la situazione di forte sofferenza occupazionale delle donne.
Nella media del 2014 in Italia, dopo due anni di calo, l’occupazione cresce di 88.000 unità rispetto al 2013. Nel territorio messinese l’occupazione diminuisce di 2.000 unità. L’occupazione totale si attesta a 178mila unità, il peggior dato degli ultimi dieci anni e porta la perdita complessiva di occupazione tra il 2005 e il 2014 a -31000 unità (-14,8 punti percentuali). Tra il 2005 e il 2014 il tasso di occupazione nel territorio scende dal 47,9% al 41,4% (-6,5%) mentre quello della media Italia dal 57,5% al 55,7% (-1,8%) con un allargamento della forbice tra Messina e la media nazionale che passa da -9,6% del 2005 al -14,3% del 2014 con un peggioramento di 4,7 punti percentuali.
“Preoccupa – osserva Oceano – la condizione di arretratezza rispetto ad altre città metropolitane siciliane, oltre che nel contesto nazionale, con il rischio, in assenza di vere politiche di lavoro e sviluppo, di un ulteriore impoverimento del tessuto economico con l’aggravarsi della situazione sociale. I dati - aggiunge - certificano una condizione di area depressa, quando invece ci sarebbero le opportunità per diventare area di sviluppo se pensiamo, ad esempio, alla progettualità legata all’Area integrata dello Stretto. Occorre integrare i territori e le risorse per un modello di sviluppo, di infrastrutture e di crescita sociale”.