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Il territorio di Messina è passato dai 39mila disoccupati del 2012 ai 51mila del 2013, ovvero circa 13mila lavoratori in meno. Un crollo dell'occupazione che si è concentrato nell'arco di un anno, registrando il primo calo anche nel settore terziario. Aumentano le difficoltà soprattutto per giovani e donne.
La Cgil di Messina ha presentato il “4° Studio sullo stato dell’occupazione in provincia di Messina”. Una nuova analisi della condizione dell’occupazione e del territorio alla luce del perdurare della crisi economica. Il segretario generale Lillo Oceano ha illustrato i contenuti dello Studio a cura della Cgil Messina, con i dati disaggregati più aggiornati, che fotografa una forte sofferenza occupazionale. I dati mettono in evidenza:
I 13mila occupati in meno nel 2013 e la perdita complessiva di occupazione tra il 2007 e il 2013 è di -28.000 unità, il tasso di occupazione nella provincia di Messina scende fino al 41,5%, cioè -2,8% rispetto al 2012. La riduzione dell’indicatore riguarda entrambe le componenti di genere, infatti il tasso di occupazione maschile passa dal 55,3% del 2012 al 51,6% del 2013 (-3,7%) mentre il tasso di occupazione femminile dal 33,6% del 2012 al 31,7% del 2013 (-1,9%). Tra il 2007 e il 2013 il tasso di occupazione della provincia di Messina scende dal 48,2% al 41,5% (-6,7%), mentre quello della media Italia dal 58,7% al 55,6% (-3,1%), con un allargamento della forbice tra Messina e la media nazionale che passa da -10,5% del 2007 al -14,1% del 2013, con un peggioramento di 3,6 punti percentuali. Nell’ultimo anno la forbice è cresciuta di ben 1,6 punti percentuali.
LA CONDIZIONE DI SOFFERENZA OCCUPAZIONALE DEI GIOVANI E DELLE DONNE. Nella fascia di età tra 15 e 24 anni risultano complessivamente occupati in meno di 6mila su una popolazione di 72mila: cioè lavora solo 1 su 12 e nella popolazione femminile tra 15 e 24 anni lavora solo 1 su 18. Da evidenziare la condizione della fascia 25- 34 anni, dove risultano occupati poco più di 32mila unità su una popolazione di 80mila, cioè il 40,5%. Nella stessa fascia tra le donne sono occupate in poco più di 12mila su una popolazione di 40mila, solo il 30,5%, meno di 1 su 3. In valori assoluti, tra il 2007 e il 2013, gli occupati sono diminuiti di 17mila unità (-34,7%).
La situazione degli ultra 50enni che perdono il lavoro senza, peraltro, poter accedere ai trattamenti previdenziali e avendo pochissime opportunità di trovare una nuova occupazione: nella fascia di età tra 55 e 64 anni torna a diminuire il tasso di occupazione che tra il 2012 e il 2013 passa dal 38,1% al 36,1%.
IL CALO NEL TERZIARIO. Per la prima volta negli anni della crisi il terziario va giù, con 10mila occupati in meno (la disaggregazione per settori registra la ulteriore contrazione nell’agricoltura, che scende nel 2013 a 7mila occupati dai 9mila del 2012, erano 13mila nel 2008; nelle costruzioni 17mila occupati nel 2013 dai 19mila del 2012 e 23mila del 2008).
LA CRISI DEL COMPARTO EDILIZIO. Si registra il tracollo nel numero delle imprese iscritte alla Cassa edile che passano da 2.835 del 2008 a 2.399 del 2013, dei lavoratori attivi che passano da 12.860 del 2008 ai 7.884 del 2013 (-4.976), e del relativo monte salari.
IL FORTISSIMO INCREMENTO DEI DISOCCUPATI. Nel 2013 schizzano a 51mila dai 39mila del 2012 ed erano 24mila nel 2007. Nel 2013 il tasso di disoccupazione raggiunge a Messina il 21,9% rispetto al 16,6% del 2012 e al 10,4% del 2007. Cresce la forbice Messina/media Italia che passa dal +4,3% del 2007 al 9,7% del 2013. Il tasso di disoccupazione nella fascia di età 15-24 passa dal 54,1% del 2012 al 65,5% del 2013 (+11,4%), anche qui cresce il divario tra la provincia di Messina e la media Italia, con un gap che passa dal +11,8% del 2007 al +25,5% del 2013. Nella fascia 25-34 il tasso di disoccupazione nel 2013 è del 33,4%, contro il 25,9% del 2012 (+7,5%) - la forbice si allarga anche in questa fascia dove si passa da un differenziale Messina/Italia del +7,8% del 2007 al +15,7% del 2013. Nella fascia d’età 25-34 il tasso di disoccupazione femminile è pari al 40,2% nel 2013 con un +5,6% rispetto al 2012 e un +22,3% rispetto al 2007 (il gap Messina/Italia era del +7,4% nel 2007 ed è cresciuto nel 2013 al +20,9%). Nella fascia dai 35 e più il tasso di disoccupazione cresce a Messina nel 2013 sino al 13,8% dal 9,9% del 2012 (+3,9%). Forte anche in questo caso il gap con la media Italia che passa dal +1,9% del 2007 al +5,6% del 2013.
Ancora un numero alto (1.860 unità equivalenti a zero ore) di lavoratori che subiscono una perdita significativa di reddito con il ricorso alla Cassa integrazione guadagni; la diminuzione delle ore autorizzate di CIG che si registra nel 2013 non costituisce una dato positivo perché dovuta all’esaurirsi della possibilità di ricorrere a questi ammortizzatori o alla chiusura di aziende per cessazione dell’attività.
DALL’ANALISI DEI REDDITI (RELATIVAMENTE ALLE DICHIARAZIONI IRPEF) AFFRONTATA PER LA PRIMA VOLTA NELLO STUDIO, si evince che il reddito medio dichiarato ai fini IRPEF è di 16.066 euro, contro una media nazionale di 19.725 euro. Distinguendo il reddito per tipologia, i contribuenti che dichiarano il reddito medio più elevato sono a Messina, come nella media nazionale, i lavoratori autonomi con 25.387 euro, contro i 36.081 della media nazionale (-10.694 euro/-29,6%). Seguono i lavoratori dipendenti e assimilati che dichiarano a Messina un reddito medio di 16.664 euro contro la media nazionale di 20.282 euro (-3.618 euro/-17,8). Al terzo posto (5° posto nella classifica nazionale) i pensionati che dichiarano un reddito medio di 14.486 euro, contro i 15.783 euro di media nazionale (-1.297 euro/-8,2%). Seguono al quarto posto (3° posto classifica nazionale) gli imprenditori titolari di ditte individuali con un reddito medio di 12.804 euro, contro i 17.453 euro della media nazionale (-4.649 euro/-26,6%). Le dichiarazioni analizzate per fasce di reddito segnalano come l’82% dei contribuenti sia sotto i 26.000 euro, il 58% sotto i 15.000 euro, il 41% sotto i 10.000 euro. Il 2,6% più ricco ha il 14% del reddito totale. Il 18% più ricco il 50% dell’intero reddito.
La Cgil Messina, analizzando i numeri dello Studio che confermano la drammacità della condizione economica ma anche sociale del territorio messinese, torna a rilanciare un pacchetto di proposte con al centro la vocazione e le potenzialità del territorio. “I dati che abbiamo evidenziato con questo nostro Studio e anche i primi mesi del 2014 non mostrano segnali di inversione – fa presente il segretario Cgil Messina, Lillo Oceano – dicono in maniera netta che non si deve perdere altro tempo. Occorre mettere al centro il lavoro che deve essere la priorità per tutti e occorre oggi elaborare una prospettiva di sviluppo per creare nuova occupazione”.
Il segretario della Cgil Messina, Oceano, nel corso della presentazione dello Studio si è soffermato su alcune proposte che possono dare risposte nell’immediato e a medio termine per creare nuove opportunità e nuova occupazione: rifinanziare gli ammortizzatori in deroga e una riforma degli ammortizzatori che abbracci tutte le tipologie di lavoratori; accelerare, nel campo dell’edilizia, i lavori già finanziati e puntare sulla riqualificazione delle aree degradate, sulla messa in sicurezza del territorio e di tutto il patrimonio pubblico; accelerare le misure del piano giovani in Sicilia (si tratta di 86milioni di euro e non sono ancora partiti i bandi); prevedere nei bilanci degli enti locali misure per lo sviluppo; agevolazioni per le fasce deboli per i tributi locali; pensare ad una programmazione su settori trainanti come economia verde, energie rinnovabili e nuove tecnologie; prevedere interventi di risanamento ambientale del territorio; pensare ad un piano di valorizzazione del patrimonio culturale e all’attivazione di una vera e propria industria del turismo. La Cgil di Messina, conclude, "si farà promotrice di nuove iniziative a sostegno delle rivendicazioni lavorative, in tutto il territorio saranno costituiti comitati di disoccupati".