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Dopo la Cgil provinciale, che ieri aveva lanciato l’allarme sulla voragine dei conti del comune di Messina, stimando in oltre 250milioni di euro i debiti complessivi, oggi 26 ottobre è la Corte dei Conti che torna a chiedere lumi sulla condizione delle finanze della città dello Stretto e lo fa dando un limite temporale ben preciso, il prossimo 2 novembre.
“Mentre ormai da giorni il palazzo comunale è assediato dai lavoratori delle principali vertenze riconducibili alle difficoltà finanziarie del Comune (Messinambiente, Servizi sociali, Pulimento e non solo) sono i lavoratori precari, le famiglie dei disoccupati e quelle in difficoltà che rischiano di pagare il prezzo più alto di questo disastro – dichiara Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina –. Si profilano il taglio dei servizi, il pagamento di quelli a domanda individuale, come la mensa scolastica, e ulteriori ritardi nel pagamento degli stipendi mentre le bollette, la spesa, gli affitti non aspettano. La Cgil aveva ripetutamente denunciato cosa stava accadendo ma siamo stati liquidati come pessimisti e cassandre. Oggi è prioritario trovare soluzioni a quest’emergenza, ma non si può trascurare di individuare i responsabili”.
Oceano sottolinea quindi l’esigenza di ispirare qualunque futuro intervento all’equità, evitando di gravare sulle fasce deboli e sui contribuenti onesti. “Ora occorre intervenire senza perdere di vista l’equità e il senso di responsabilità sociale, facendo pagare chi non ha mai pagato o puntualmente evaso, e tutelando le fasce deboli della popolazione e quelle oneste – osserva –. Si devono garantire gli stipendi, i servizi ai cittadini e una riorganizzazione funzionale del sistema. Anche ricorrendo a misure straordinarie”.
Per lanciare intanto un segnale alla città, stamani le segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil hanno deciso di indire una mobilitazione per il prossimo 10 novembre.