“Riteniamo indispensabile, a sei mesi dall'accordo quadro, aggiornare in sede governativa il punto della situazione, evitando che il tempo trascorra e ci avvicini progressivamente al termine degli ammortizzatori”. Lo scrivono le segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo, in una lettera su Meridiana indirizzata ai ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro e dei Trasporti, alla compagnia e alla Regione Sardegna, sottolineando che “il 30 aprile si era raggiunto in sede governativa, dopo mesi di lunga e difficile trattativa, un importante accordo quadro sulla crisi del gruppo e sulle sue possibili soluzioni”.
Secondo quanto scrivono i sindacati, “erano stati delineati i punti fondamentali, che avevano l'obiettivo di gestire una fase acuta di emergenza aziendale e sociale e prevedere le possibili soluzioni strutturali, ed era stata condivisa la soluzione della cassa integrazione straordinaria per una ristrutturazione della durata di un anno, l'uscita volontaria del personale, in analogia a quanto avvenuto a fine 2014, l'uscita del personale per raggiunti limiti pensionistici. Nel frattempo, ferma la volontà aziendale di non investire – evidenziano nella lettera le quattro sigle –, il Governo insieme all’azienda avrebbe esplorato le possibilità di individuare un partner qualificato in grado di generare un quadro strategico diverso dall'attuale”.
Per le organizzazioni di categoria, “a sei mesi da quell’intesa, e pur consapevoli delle difficoltà possibili, ci troviamo a veder trascorrere i mesi, mentre nel frattempo Meridiana, nell'incontro avuto con l'Ad, ha annunciato di voler inserire/sostituire aeromobili nella flotta sia di Meridiana Fly che di Air Italy. Un fatto che, ad aprile, non era nelle previsioni, e che ha ovviamente riaperto il tema della separazione industriale e contrattuale tra le due compagnie aeree, dovendo una compagnia ricercare personale, mentre l'altra dichiara un esubero sempre altissimo“.
"Si è generata confusione - aggiungono Filt, Fit, Uilt e Ugl ta – sulla cosiddetta Ct2: ad oggi nessuno comprende se vi sarà e a che condizioni. Da ultimo, l'uscita volontaria e per i raggiunti requisiti pensionistici del personale è stata spostata nel tempo a causa dei ritardi e delle incertezze dei trattamenti, pur più volte dati per certi, legati all'attuale fondo e alla sua trasformazione”.