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I medici del Servizio sanitario nazionale con età superiore ai 60 anni sono 14.280, ben oltre il 12% del totale, superando il numero dei giovani medici da 30 a 39 anni, fermo a 13.196 unità. Ancora più eclatante il dato dei medici dai 55 anni in su, quasi il 42% con 47.438 unità su un totale di 114.713 dipendenti del Ssn, con una età media di 51,57 anni, superiore persino alla già alta media del pubblico impiego, 48,07. È quanto emerge da un'analisi della Fp Cgil Medici sulla base degli ultimi dati forniti dalla Ragioneria dello Stato.
"È sempre più difficile garantire prestazioni sanitarie adeguate a tutela della salute dei cittadini e degli stessi operatori, con 14mila medici pubblici con oltre 60 anni, spesso costretti a numerosi turni notturni e con riposi inadeguati a causa del blocco del turn over e dei 30 miliardi di tagli al fondo sanitario”. Così Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici. “Basti pensare – aggiunge il sindacalista - a figure professionali che necessitano di elevata attenzione e concentrazione, come i chirurghi e gli anestesisti. Da un lato bisogna valorizzare in modo appropriato l'esperienza professionale, dall'altro bisogna assumere i giovani medici necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza, a partire dai percorsi di stabilizzazione dei 10mila medici precari, annunciati con un Dpcm da mesi impantanato tra i ministeri della Salute, della Funzione Pubblica e dell'Economia”.
"Bisogna investire nella formazione e dare giuste prospettive di occupazione. Peri i 10mila giovani che avranno accesso alle facoltà di medicina superando lo sbarramento del numero chiuso, sui 69mila che si preparano al test dell'8 aprile, si prospetta un futuro paradossale: meno della metà, una volta raggiunto l'obiettivo della laurea, potrà concorrere per l'accesso al servizio pubblico. A fronte di 9mila medici laureati, infatti, sono disponibili 3.500 contratti di specializzazione e 900 borse di studio per la formazione specifica in medicina generale. Un percorso a ostacoli per i giovani medici. Superato il traguardo - conclude Cozza - spesso ci sono la disoccupazione o l'emigrazione".