"L'ennesimo impoverimento del territorio. Una ristrutturazione effettuata senza ascoltare le ragioni dei lavoratori. Una perdita di valore aggiunto nel settore dell'editoria per la Capitale.Non ci sono ragioni strutturali che giustifichino lo spostamento del Tg5 a Milano. Lo sciopero di venerdì 26 maggio è il segnale allarmante di un ulteriore addio a Roma". Così, in una nota, Lazzaro Pappagallo, segretario dell'Associazione Stampa Romana e Dino Oggiano, segretario della Slc Cgil di Roma e del Lazio.
"Solo un paio di anni fa - continuano - il centro del Palatino è stato ampiamente ristrutturato per permettere all'ammiraglia di Mediaset di consolidare il suo primato di telegiornale privato più visto d'Italia. Un telegiornale che ha fatto della sua doppia anima, Milano e Roma, il marchio di fabbrica. Un telegiornale nato nella Capitale un quarto di secolo fa.
Lo stravolgimento della missione editoriale di fronte anche a un investimento così recente non ha senso. A meno che non si voglia per il Palatino un futuro di soft news, di racconti a metà tra lo strappalacrime e la televisione promozionale, che di valore aggiunto editoriale hanno ben poco. E' intollerabile che si scarichi sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie la scelta di accettare il trasferimento o dimettersi. Perché queste ristrutturazioni nascondono il sapore acre di licenziamenti mascherati. Le segreterie di Stampa Romana e Slc Cgil Roma e Lazio sono al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori romani di Mediaset e del Tg5 e sosterranno lo sciopero proclamato per venerdì 26 maggio nelle sedi e redazioni romane di Mediaset".