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Ieri (domenica 10 maggio) Susanna Camusso ha partecipato a Mauthausen, in Austria, alle celebrazioni per il 70° anniversario della liberazione dei campi di sterminio nazisti. “A Mauthausen, come è noto, durante la seconda guerra mondiale, furono deportati gran parte degli operai rastrellati dopo gli scioperi del 1944 – ha scritto in una nota la Cgil nazionale –. A Mauthausen è stata scritta una delle più drammatiche pagine di storia che riguardano direttamente il mondo del lavoro”.
Il triste elenco dei deportati nel campo di sterminio riporta fra gli altri il nome di Franco Antolini. Dopo l’8 settembre 1943, Antolini è tra gli animatori della Resistenza in Liguria. Membro del Comando militare regionale, il 18 marzo 1944, finisce nelle mani delle SS. Tre mesi di carcere e di stringenti interrogatori non bastano a strappargli nomi o indicazioni; così i tedeschi lo deportano nel campo di eliminazione di Mauthausen.
L’Archivio storico Cgil nazionale conserva il documento, inedito, “I primi giorni della Resistenza a Genova (settembre-dicembre 1943). Pagine di un diario non scritto”: 21 pagine manoscritte attraverso le quali Antolini racconta, giorno per giorno, la vita in montagna sua e dei suoi compagni. Nel celebrare il 70° della Resistenza e della liberazione dei campi di sterminio nazisti riproponiamo nella sua interezza il diario.
11 settembre 1943. I tedeschi di Savona, dopo averci minacciato di fucilazione per il nostro rifiuto di consegnare loro i documenti amministrativi del XV Anticentro di cui eravamo soldati, ci hanno spogliati delle divise e rimandati a casa. La pagheranno.
21 settembre 1943. Abbiamo già qualche tavoletta al 25.000 dell’Istituto geografico per le quattro zone montane della Liguria: ne occorrono altre, e bisogna fare copie di quelle che abbiamo. La Ditta E.A. monterà nella mia officina un “reparto riproduzione disegni” che riprodurrà le carte: ma dove trovare la carta fotografica sottile, in larghi fogli? Contatti con lo studente di Torriglia che ne promette. Adesso ho stabiliti contatti con impiegati della Unione industriali: Pieragostini (1) si diverte all’idea che la lotta contro il capitalismo filo nazista trovi punti d’appoggio in casa del nemico, e a sue spese. Paggi è l’elemento migliore di questo ambiente: chiede anche libri, pensa, discute. Non ci tradirà (Agostino Paggi è morto a Mauthausen, vittima ignorata della nostra fede, con grande fierezza).
1° ottobre 1943. Sull’Antola c’è già un gruppo di nostri elementi: a Favale anche: sui monti sopra Voltri e sopra Pontedecimo anche. Abbiamo dati, ai singoli responsabili di zona, nomi dei mesi. Gennaio e Febbraio sono a ponente e in Polcevera; Marzo è a Favale; Aprile sull’Antola. A Lavagna lavorano Bini (2) e suo cognato; un gruppo di giovani, professori, studenti e operai. Sono rientrati in circolazione Buranello (3) e i suoi compagni, arrestati nell’ottobre del 1942 a Sampierdarena: lavorano tra gli studenti, ma pensano più a trovare armi che a leggere dispense.
10 ottobre 1943. Un comunista ogni dieci che salgono ai monti è l’obiettivo iniziale che si pone il partito della classe operaia. Qui ne salgono otto su dieci. Pieragostini mi presenta a Castelletto, tra un vento furioso che tiene lontani tedeschi e benpensanti Lucio e Paolo ?: uno esce da anni di galera, l’altro viene dall’esilio. Male vestiti, debilitati dagli stenti, saliranno in settimana sui monti.
23-24 ottobre 1943. Riunione sull’Antola: Paolo prende le consegne da Aprile; Marzo, zoppicante con barba da mazziniano e mantellaccio da contadino spagnolo, è giunto a piedi da Favale, via Barbagelata. Ardesio (4) e Falini ? sono saliti da Genova, altri da Torriglia. Ispezioniamo e lasciamo presidiata la zona Antola-Capanne di Carrega. La notte nella “Casa del romano” è stata passata, tra le paure della padrona, i nostri fucili, la pioggia di fuori e la fame di dentro. La sera del 24 a mezzanotte arriviamo con Ardesio a Busalla, piena di tedeschi. La montagna era deserta e ci aveva dato senso di sicurezza: i fascisti restano tappati nelle loro casermette di avvistamento antiaereo, dalle quali occorre sloggiarli al più presto, come si è convenuto sull’Antola. Dormiamo da Macciò (5), che (sappiamo poi) nasconde noi al piano terreno, in camera da pranzo; Dellepiane (6) al primo piano, Sem Benelli al secondo, e riceve all’indomani la visita di un tizio che mi rifiuto di conoscere e che si scoprirà poi essere una spia dei tedeschi (Macciò pagherà cara la sua entusiastica imprudenza: è caduto anch’egli a Mauthausen nel 1944). Ripartiamo con una certa urgenza all’indomani.
Fine ottobre (cancellato) 1943. Le prime casermette fasciste sono state assaltate: gioia di leggere la notizia, tanto attesa, nei giornali fascisti. Il tenente delle brigate nere è caduto a Sampierdarena. I Gap si affiancano nell’azione ai gruppi partigiani. Elementi di altre correnti politiche, prima dubbiosi, sono ora presi dall’entusiasmo. Il buon Pepe (7) ha già pronta la “zucca” per la emissione della nostra moneta. I nemici sono numerosi: è saltato un ponte e si è data la colpa a un fulmine. Poi ne è saltato un altro in piena giornata di sole. Un compagno di Certosa mi telefona un giorno chiedendomi come mai si sente sparare e non è suonata la sirena d’allarme: è il comunicato che l’operazione dei Gap di Certosa è riuscita. Abbasso il ricevitore e faccio un salto di gioia.
4 novembre 1943. Sul monumento ai caduti di Lavagna si è trovato scritto: A morte i tedeschi, viva la libertà. Gli autori, da domani, partiranno ai monti: chi sa dove finirà Piccolo campo di Caldwell che avevo prestato a uno di loro.
Novembre 1943. Sciopero dei tramvieri. È riuscito superbamente. A colazione incontro Manes ?: è tanto contento da diventare pericoloso: beviamo alla salute dello sciopero e dei tramvieri. Hanno arrestati Guglielmetti (8) ed altri: cadranno da eroi, come hanno combattuto in questi giorni. Rino Mandoli, dopo otto anni di galera, prende il suo posto tra noi. (Rino Mandoli – Sergio – salì poi a Capanne di Marcarolo. Fu catturato come borsanerista, tradotto ad Alessandria, riconosciuto da Veneziani, fu poi trasferito a Genova. Fu ospite della stessa mia cella alla IV Sezione: pensammo di essere fucilati insieme. Deportarono me ed uccisero lui, sul Turchino, nel maggio 1944. Caro grande Sergio).
Fine novembre 1943. Funziona, come può, il primo Comitato militare di Cln: Raimondo (9) per la Dc; Rapuzzi ? per il Pda, poi Lanfranco (10), poi Tomasi (11); Bruzzone (12) per i socialisti; Lazagna (13) per i liberali. Sede il San Nicola, lo stesso Collegio dove, nel 1926, ci trovammo con Carlo Roselli, Manzitti (14), Tarello (15), Sabatelli (16) e altri, per ricostruire le file dell’antifascismo. Caro Marchi (17), sempre eguale dopo vent’anni, sempre antifascista, sempre coraggioso, sempre ingenuo.
Dicembre 1943. Nello o Nullo ?, ispettore delle Brigate Garibaldi, non è malcontento del lavoro fatto a Genova: Dario, ispettore del Gap, ci consegna la miccia che ci mancava sotto forma di uno spago col quale teneva legato un suo pacco, ostentato sui treni e per la strada. Litighiamo perché ne vogliamo un metro di più e lui ci assicura che ripasserà quando sarà per finire. Il coprifuoco è alle 16. Lo porteremo a Mezzogiorno!
Dicembre 1943. Continuano le ispezioni in montagna: sui treni, nelle corriere, per le strade di Marassi, trovi sempre qualcuno che mi conosce. Fino a quando crederanno che vado in cerca di patate per la famiglia? Ispezione notturna agli uomini di Marzo, gente di Chiavari, emiliani dell’esercito che non hanno potuto andare a casa, sua figlia che fa la staffetta. Polenta e castagne secche: per festeggiarmi, anche il vino. Il solenne e misterioso “Comitato militare di Cln” manda, per mio tramite, i capitali occorrenti alla alimentazione e all’armamento: cinquecento lire.
Dicembre 1943 Ardesio ha trovato l’ufficiale radiotelegrafista che aspettavamo. Lo battezziamo Bisagno (18) e lo affianchiamo a Bini.
20 dicembre 1943 (l’originale riporta 1944, ma dovrebbe trattarsi di un errore). Porto Dante (19) a Cichero dove già sono Marzo, Bini e Bisagno; il gruppo è di molte decine di uomini. Nasce il problema della… licenza natalizia. I compagni stanno perdendo la nozione di come sia difficile passare dai posti di blocco e venire in città. Soprattutto non si rendono conto dei pericoli delle loro inevitabili confidenze familiari al tavolo di Natale. Battuta a Chiavari per scavare le armi sepolte l’8 settembre: oggi abbiamo braccia disposte ad usarle bene. Rientrano a mezzanotte incolumi: vestiti da contadini hanno sulle spalle alberelli fasciati con piccole radici da un lato e foglie dall’altro. Slegati gli alberi si rivelano fucili truccati. Danze notturne, sulla montagna, complice sicura. Tra poco, se i contatti con Ruggiero daranno i frutti sperati, dovremmo avere i primi lanci. Gli inglesi (quelli del colonnello Gore) non volevano farne perché “ci sono troppi comunisti tra i partigiani”: gli americani pare non siano di questa idea.
Gennaio 1944. “L’erba cresce d’estate”; “Le api hanno il miele”: Radio Londra trasmette le parole d’ordine attese. I lanci ci saranno. I lanci ci sono stati. Lanfranco inalbera per Genova una camicia bianca a righe azzurre, ricevuta dal cielo. Ma ci sono anche scarpe, armi, cioccolata. I nostri uomini avranno meno fame.
20 gennaio 1944. Ispezione a Prato Sopralacroce, con Bini e Bisagno. Il parroco, l’oste, la mia aria borghese, la loro da pirati barbuti, un autista – maledizione – che mi conosce da ragazzo, a Cornigliano. Usiamo i casoni di alloggiamento per il dispositivo strategico che era scoperto in quel settore: facciamo i tonti fino al momento di ripartire. Sapremmo poi che l’oste era una spia e che sapeva i nostri nomi: ci attenderà al varco per molto tempo per darli a Spiotta (20). Chi di noi cadrà, cadrà per altri motivi e in altre situazioni. La fortuna assiste i combattenti per la patria e per la libertà.
Febbraio 1944. Siamo migliaia. I problemi di approvvigionamento preoccupano Ardesio, che ha 600 uomini alla Benedicta.
(1) Raffaele Pieragostini
(2) Giovanni Serbandini
(3) Giacomo Buranello
(4) Ingegner Agostini (Pietra o Ardesio)
(5) Enrico Macciò
(6) Arturo Dellepiane
(7) Giuseppe Bianchini
(8) Romeo Guglielmetti
(9) Enrico Raimondo
(10) Eros Lanfranco
(11) Giovanni Trombetta (Tomasi)
(12) Dante Bruzzone
(13) Umberto Lazagna
(14) Francesco Manzitti
(15) Mario Tarello
(16) Francesco Sabatelli
(17) Giulio Marchi
(18) Aldo Gastaldi
(19) Stanchi ?
(20) Vito Spiotta