Con una lettera alla Stampa il viceministro al Lavoro Miche Martone contesta un articolo di domenica nel quale si diceva che, con il decreto in attuazione della direttiva Ue sul lavoro interinale, “secondo una filosofia tipicamente liberista”, il governo “non solo liberalizza ampiamente il ricorso a questa forma di lavoro” per i lavoratori svantaggiati ma “stabilisce chiaramente” che questi “riceveranno un salario più basso del 20% o verranno inquadrati due livelli sotto quello teoricamente spettante”.

Si tratta, secondo Martone di “affermazioni errate”. “Nessuna disposizione del decreto – spiega – prevede tutto ciò.
Il Decreto, lungi dall'essere ‘liberista’, è più semplicemente europeista e pragmatico. Recepisce la direttiva che richiede agli Stati di riesaminare ‘le restrizioni e i divieti sul ricorso al lavoro tramite agenzia interinale’ per ‘contribuire alla creazione di posti e allo sviluppo del lavoro flessibile’. In questa prospettiva, dopo aver ribadito alcune importanti disposizioni di tutela dei lavoratori, promuove l'occupazione di quelli svantaggiati attraverso la rimozione graduale e mirata di quelle causali che in questi anni hanno scoraggiato le assunzioni’”.