Quasi due terzi delle aziende ispezionate nelle Marche risulta irregolare: è quanto emerge dai dati elaborati dall’Ires Cgil Marche, nel Rapporto annuale sull’attività ispettiva in materia di lavoro e previdenziale del ministero del Lavoro.

Nel 2016 sono state ispezionate da parte delle Direzioni provinciali del lavoro, 5.051 aziende, un campione rilevante pari al 10% circa delle 50 mila aziende con almeno un dipendente nelle Marche. E sono risultate irregolari 3.640 pari al 72% del totale di quelle ispezionate. Nelle aziende ispezionate nel 2016, tra l'altro, 3.343 lavoratori risultano irregolari, dei quali 1.112 totalmente in nero, quindi privi di qualsiasi copertura previdenziale e assicurativa.

Dati che evidenziano come, anche nella crisi, il lavoro irregolare, e soprattutto quello sommerso, siano fenomeni di proporzioni preoccupanti. Le irregolarità più frequenti rilevate nel 2016 riguardano inoltre le violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro (905 violazioni), la violazione della disciplina in materia di orario di lavoro (782 violazioni), le violazioni relative alla corretta applicazione della normativa in materia di autotrasporti (560), fenomeni di illeciti negli appalti, nella somministrazione di lavoro o presenza di intermediazione illegale di manodopera delle leggi sugli appalti (687), violazioni sulla qualifica dei lavoratori (248), altre violazioni penali (581).

Analizzando la situazione per settori, tra le 3640 aziende risultate irregolari, ben 1022 (28%) appartengono al comparto delle costruzioni, 519 (14%) al settore del turismo e della ristorazione, 500 (13,7%) al commercio, 486 (13,3%) ai settori manifatturieri e 322 (8,8%) al comparto dei trasporti.

“La crisi non può mai giustificare l’illegalità – osserva Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil –. Lo sviluppo deve ripartire anche dai diritti e dalla qualità delle condizioni lavorative. Sono oltre mille i lavoratori scoperti totalmente in nero: ma sono solo quelli venuti alla luce. Il sommerso potrebbe aver ben altre dimensioni. Su questo, nessuno deve abbassare la guardia”.