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Dal conto annuale 2014 della Ragioneria dello Stato arrivano altre amare conferme del calo occupazionale, con tutti i riflessi sui servizi ai cittadini. Lo denuncia con un comunicato stampa la Funzione Pubblica Cgil Marche. Nel 2014 è proseguita la riduzione della forza lavoro impiegata nelle amministrazioni pubbliche, prosegue la nota. La variazione complessiva in riduzione registrata nel 2014 rispetto all’anno 2007 è del 5,1% ma sarebbe più marcata (- 6,8%) se calcolata a parità di enti, ossia escludendo dal confronto quelli entrati per la prima volta nella rilevazione dal 2011.
Nelle Marche, considerando tutti i comparti della pubblica amministrazione e senza considerare il personale impiegato con contratti flessibili, sono presenti 82.137 lavoratori pubblici (uomini 33.304 – donne 48.833) che rappresentano il 2,54% del totale nazionale. In particolare, si registra un'ulteriore diminuzione nei comparti della sanità e degli enti locali. Nella Regione si è passati negli ultimi cinque anni dai 20.208 dipendenti del comparto sanità presenti nel 2010, ai 19.393 dipendenti del 2014 con una perdita di 815 unità.
Nel comparto “autonomie locali” si è passati dai 15.087 dipendenti del 2010 ai 14.210 dipendenti del 2014 con una perdita di 877 unità. (dati Conto Annuale Ragioneria Generale dello Stato). Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dei dipendenti pubblici, è fatto di tante professioni: infermieri, educatori, operatori socio sanitari, vigili del fuoco, agenti di polizia locale, assistenti sociali, geometri, mediatori culturali - solo per citarne alcune - è fatto di persone che ogni giorno garantiscono i diritti fondamentali dei cittadini.
Le prolungate limitazioni al turn over stanno provocando danni irreversibili a partire dal drammatico invecchiamento dei lavoratori pubblici con effetti immediati sul dinamismo degli apparati pubblici, in specie nei segmenti più “operativi”.
Un apparato pubblico in costante riduzione negli ultimi dieci anni ed in assenza di rinnovo contrattuale da sei anni. Sei anni di sottrazione di risorse spacciata per razionalizzazione della spesa e di mancati investimenti nella qualità del lavoro pubblico. Quello che vogliamo è tenere insieme la valorizzazione delle professionalità e il diritto dei cittadini ad un’amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell'uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alle comunità.