"Giovedì 5 giugno presso la Regione Lombardia è stato sottoscritto un accordo tra la Marcegaglia e 2 delegati che prevede la chiusura dello stabilimento Buildtech di Sesto San Giovanni-Milano e il licenziamento di molti lavoratori": è quanto denunciano in una nota la Fiom Cgil della Lombardia e quella di Milano. 

"Si tratta di un accordo che non ha alcuna validità - argomenta Mirco Rota, segretario della Fiom Cgil Lombardia - nonostante abbia avuto come maldestra protagonista la Regione Lombardia, per il fatto che non è stato sottoscritto né dalla Fiom, tantomeno dalla Fim, né dalla maggioranza dei delegati delle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie). E quindi quanto firmato, altro non è che un'evidente violazione delle regole, pertanto senza alcuna validità, senza il rispetto dei principi sulla democrazia interna del sindacato".

"Inoltre, sostiene Marcello Scipioni, segretario della Fiom Milano, i due delegati che hanno sottoscritto l'intesa, hanno organizzato un'assemblea in azienda, non solo per spiegare i termini dell'accordo, ma per fare pronunciare i lavoratori su un accordo che per le ragioni enunciate non ha alcuna validità. In sostanza si è trattato di un referendum, senza alcun valore, in quanto ciò che è stato messo a votazione dei lavoratori riguarda un accordo senza legittimità, violando le regole e sottoscritto dalla minoranza dei delegati".

"Anche per queste ragioni- prosegue il segretario delle tute blu lombarde Rota - come Fiom non ci atterremo al risultato del Referendum, perché questo accordo contrasta con lo statuto della Cgil, in quanto mette in condizione alcuni lavoratori che avranno la garanzia occupazionale, di conservare il proprio diritto al lavoro, di votare cioè contro altri lavoratori che perderanno la propria occupazione".

La Fiom annuncia che nei prossimi giorni metterà in atto "tutte le iniziative sindacali e di altro genere per rendere inefficace l'accordo firmato giovedì". "Ci aspettiamo - conclude il sindacato anche che la Regione Lombardia, intervenga ai massimi livelli, per non rendersi complice di un meccanismo diabolico che porterà alla chiusura di un'azienda e al licenziamento dei lavoratori in violazione con i basilari principi sindacali".