Incontro, oggi 8 marzo, tra il Gruppo Marcegaglia e i rappresentanti dei lavoratori per discutere della situazione degli impianti di Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria. Marcegaglia ha comunicato che intende chiudere la società Marcegaglia spa, di cui fanno parte le due linee di produzione dei tubi di Pozzolo Formigaro. Le linee verranno smontante e trasferite a Gazoldo degli Ippoliti oppure a Lecco. Questo significa che Pozzolo Formigaro perderà le linee del core business (rappresentato dai tubi) e manterrà soltanto Marcegaglia Builtec, che fa pannelli per i portoni e guard rail.
“Una decisione inaccettabile che porterebbe all’indebolimento di un sito che occupa 140 lavoratori – dice Mirco Rota, responsabile sindacale per la Fiom Cgil dei rapporti con il gruppo Marcegaglia e segretario generale Fiom Cgil Lombardia –. Il Gruppo Marcegaglia è disponibile a trasferire alcuni dei 73 lavoratori che lavorano sulle linee dei tubi, ma non tutti”.
Durante l'incontro di oggi la Fiom ha insistito sull’aspetto industriale della questione, dicendo all’azienda che se intende portare via le due linee è necessario che le rimpiazzi con altre produzioni. Il Gruppo ha replicato che non prevede investimenti in Italia nel breve e medio periodo e che quindi non è in grado di garantire nessuna nuova produzione.
“Una risposta che non possiamo accettare – spiega Rota – anche perché un anno fa l’azienda ha introdotto con un accordo separato il salario d’ingresso impegnandosi a nuove assunzioni e quindi a uno sviluppo occupazionale del sito che ora invece sembra compromesso”. La trattativa è stata aggiornata al 26 marzo. Nei prossimi giorni si terranno le assemblee con i lavoratori.
La prospettiva del trasferimento delle due linee di Pozzolo Formigaro si inserisce in un quadro più complessivo che denota le difficoltà generali in cui si trova l’azienda. Per avere un’idea della situazione basta considerare gli annunci di riorganizzazione della Imat di Fontanafredda (Pordenone), la liquidazione della Bvb di San Lorenzo in Campo (Pesaro), la trattativa di vendita per l’intero ramo engineering (che comprende quattro aziende: le emiliane Oto Mills e Oto Lift Trucks, la mantovana Oto Steel e la vicentina Oto Automation), e la cassa integrazione negli altri stabilimenti.
Marcegaglia, a rischio produzione tubi a Pozzolo (Al)
Solo un anno fa, ricorda Mirco Rota (Fiom), l’azienda ha introdotto con un accordo separato il salario d’ingresso impegnandosi a nuove assunzioni. La decisione è inaccettabile, servono nuovi investimenti
8 marzo 2013 • 00:00