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Dieci lezioni per imparare a fare politica. È avvenuto lo scorso luglio, a Mantova, presso la locale Camera del lavoro, dove è stata inaugurata la prima scuola di formazione politica della Cgil a livello nazionale. Una sessantina i partecipanti, perlopiù delegati sindacali, desiderosi di essere preparati e aggiornati sui temi di più grande interesse, di cui si parla. E in qualità di docenti, è stata chiamata una serie di professori universitari, coordinati da Paolo Graziano, ordinario di Scienze politiche all’università di Padova.
“Abbiamo scoperto che c’è tanto bisogno di una formazione del genere, perché un’autentica esplosione di problemi è arrivata sui nostri tavoli e dobbiamo rovesciare completamente l’impostazione che avevamo prima su cosa chiediamo noi alla politica in tema di lavoro e come proviamo a interloquire con essa”, sostiene Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“Il corso è articolato in dieci lezioni monotematiche su altrettanti temi. L’esigenza è quella di avere gli strumenti per interpretare il mondo che ci circonda. Anche le vecchie categorie sono sempre più complesse e di difficile interpretazione. Lo dico sia per quanto riguarda i dirigenti che per i delegati. Sono lezioni utili, dove ogni professore universitario che ci fa da docente può tratteggiare e dare spunti su argomenti di grande attualità, dalla crisi di rappresentanza ai populismi, dall’immigrazione alla povertà, alle diseguaglianze. Sbagliando, abbiamo dato per scontate molte cose che nel frattempo sono venute meno. Il successo che il nostro corso sta ottenendo - quasi 150 richieste di adesione, rispetto alle 50-60 previste - sta lì a dirci che la nostra gente ha voglia di capire e di seguire determinati argomenti, grazie a professori che spiegano il mondo che ci circonda”, afferma Daniele Soffiati, segretario Cdl Mantova.
Continua Pelucchi, “Cambia il mondo, cambia il lavoro e quindi deve cambiare anche la Cgil. Dobbiamo rimetterci a studiare ed è importante il connubio che si è creato tra mondo universitario e sindacato”.
“Reclutare i docenti è stato facile, non c’è stata alcuna diffidenza da parte loro. Anzi, si sono mostrati entusiasti ed è stato stimolante per loro uscire dall’ambito universitario e venire a contatto con il mondo del lavoro. Di questo, siamo grati al professor Graziano”, rileva Soffiati.
Carlotta Righelli è impiegata presso l’ufficio vertenze della Cdl di Mantova e ha partecipato al corso di formazione politica: “Non sono un’impiegata come quelle di un qualsiasi ufficio pubblico. E il nostro lavoro non è avulso dal contesto socio-politico in cui la Cgil si muove. Ho la possibilità di avere un approccio personale più completo, a 360 gradi. È importante capire chi abbiamo di fronte anche nell’ambito della tutela individuale, per conoscere meglio il lavoratore che seguiamo. Alla fine, queste lezioni mi aiutano direttamente nel mio lavoro”.
Ruggiero Nalin è un operaio in somministrazione di una fabbrica metalmeccanica di Mantova, anch’egli corsista di formazione politica: “Discutere su materie del genere risulta abbastanza complicato. Abbiamo a che fare con una realtà lavorativa che non è riconducibile a un’idea di destra o di sinistra, ma a una scelta che fanno le aziende di utilizzare determinate tipologie contrattuali. Un conto possono essere le ideologie, un conto è quello che può fare la politica. La Cgil si è spesa per favorire e migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori”.
“Preannuncio fin da ora che ci sarà una seconda edizione della scuola di formazione nel 2019. L’intento è di organizzare nuovi corsi nei prossimi anni. Siamo già al lavoro per coinvolgere altri docenti e, vedendo il successo che stiamo riscuotendo, immaginiamo che la Cgil di Mantova possa dar seguito alla sua scuola di formazione politica con nuovi argomenti di dibattito. Sulla falsariga delle Giornate del lavoro di Lecce, dove le Lectio magistralis dei professori Canfora e Galli sono state particolarmente affollate, cerchiamo di replicare quel modello. Dall’anno prossimo, si può iniziare a toccare altri temi, affrontando nuove riflessioni”, aggiunge il responsabile della Cdl mantovana.
“Quello di Mantova è un modello ‘pilota’, da esportare. Tutte le strutture Cgil sanno che spesso le nostre capacità e le categorie per interpretare il mondo, a volte, non sono aggiornate, e questa è una fatica utile da fare”, conclude Pelucchi.
“Siamo in mare aperto, perché il mondo ci è cambiato intorno”. Così Susanna Camusso ha iniziato il 29 giugno scorso la sua lezione dedicata al capitalismo. “Proviamo a non far saltare alcuni riferimenti che ancora invece ci sono. Non possiamo più dire che abbiamo partiti di riferimento, ma non è vero che non ci sia più differenza fra destra e sinistra. Si possono sempre avere politiche di destra e di sinistra e non è vero che non sia in atto uno scontro tra modelli economici che determinano situazioni progressive o regressive, rispetto al mondo che noi rappresentiamo”.
“Il primo tema da ‘allarme rosso’ è quello dell’immigrazione. Ma oggi parlo di capitalismo, che ha determinato il gigantesco cambiamento dei rapporti economici e della possibilità del lavoro di rappresentarsi e di trovare unità. Credo che il millennio stia causando in Europa e nel mondo occidentale la rottura tra capitalismo e democrazia. Quest’ultima nozione cambia di senso, aprendo contraddizioni fondamentali nel momento in cui alcune imprese capitalistiche posseggono un patrimonio e una capacità di condizionamento superiori addirittura a quelle di alcuni grandi stati. Questo rompe la concezione di Europa che avevamo ideato per lungo tempo”, ha detto ancora il segretario generale Cgil.