PHOTO
Poche luci e molte ombre. È critico il giudizio delle principali associazioni degli studenti alla Legge di Bilancio 2017, approvata con fiducia dalla Camera dei deputati e ora inviata al Senato.
Per Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari, “laddove è stato aperto un dialogo con la componente studentesca ci sono stati dei miglioramenti". "La fascia calmierata della no-tax area - osserva - ora sarà tra 13.000 e 30.000 ISEE e il moltiplicatore per la definizione della fascia massima passa dall’8 al 7%. Viene introdotta la no-tax area per i dottorandi senza borsa, oltre all’inclusione degli studenti delle lauree magistrali e degli studenti fino a un anno fuori corso. Aumenta anche il Fondo di Finanziamento Ordinario per le Università, per garantire questa misura, da 40 a 55 milioni di euro per il prossimo anno e da 85 a 105 milioni di euro a regime dal 2018 in poi".
Per Marchetti poi "qualche passo in avanti viene fatto anche sulla criticità degli enti unici regionali erogatori per il diritto allo studio. Anche chi non dovesse riuscire a istituire l’ente entro 6 mesi - spiega la coordinatrice Udu - ora potrà ricevere l’ammontare della relativa quota del FIS, ma permane l’affidamento diretto della quota ai singoli enti, su indicazione della regione di riferimento".
Il problema, conclude Marchetti, è che "non è stato aperto un dialogo sui provvedimenti su cui abbiamo sollevato maggiori perplessità su Università e Ricerca: sembra non ci sia la benché minima volontà di toccare le super-borse da 15mila euro per 400 studenti, così come la competizione sfrenata per assegnare 270 milioni di euro di fondi premiali ai super-dipartimenti".
Critico anche Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi: "Sin dalla prima bozza di legge presentata ci è sembrato chiaro come l’interesse per gli investimenti riguardanti l’istruzione secondaria di secondo grado sia stato minimo - afferma - Con le organizzazioni studentesche rappresentanti gli studenti medi non si è aperto nessun tipo di dialogo da parte del governo, consequenzialmente rispetto alle prime bozze non possiamo notare alcun miglioramento".
L’unica nota positiva da registrare, secondo Manfreda, sono gli investimenti previsti in materia di edilizia scolastica: "Rispetto ai fondi già previsti dalla legge di bilancio, qualche giorno fa il premier ha dichiarato lo stanziamento di 530 milioni ulteriori sul fondo statale, a seguito di un accordo con la Bei, da sommare ai 100 milioni concessi dall’INAIL per la sicurezza delle scuole".
Oltre a credere, però, che i fondi previsti dalla legge di Bilancio non siano ancora sufficienti per risolvere le gravissime problematiche strutturali degli istituti scolastici presenti su tutto il territorio, la Rete sostiene che "sul fronte del diritto allo studio scolastico e in materia di welfare studentesco non ci sia stata la volontà politica di fare dei passi avanti, mentre dagli emendamenti accolti dalla commissione bilancio emerge una preoccupante attenzione verso il mondo dell’istruzione privata".
"Durante la conferenza il Presidente del Consiglio ha dichiarato l’intenzione di voler 'fare guerra ai diplomifici' - afferma ancora Manfreda - ma misure come lo 'school bonus' in cui si prevede che le erogazioni liberali da parte dei privati, in favore delle scuole paritarie, possa essere quasi totalmente destinata direttamente al conto bancario della singola scuola e solo in parte al fondo di ripartizione nazionale e che rischia di creare un dislivello incolmabile tra le scuole e un sistema di istruzione pubblica non per tutti uguale, o come la previsione dei fondi per l’alternanza scuola lavoro anche per le scuole paritarie, sembrano andare nella direzione completamente opposta.”
Concludono Marchetti e Manfreda: “Alcuni provvedimenti sono senza dubbio positivi, ma non possiamo accettare il finanziamento di provvedimenti premiali come le super borse e il bonus cultura per i maggiorenni. In uno scenario di sottofinanziamento ed estrema disuguaglianza, sociale e territoriale, è prioritario che il sistema generale sia rifinanziato adeguatamente. Merito e premialità in questo contesto sono solo degli slogan”.