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Le risorse stanziate in manovra per il taglio del cuneo fiscale e per il rinnovo dei contratti del pubblico sono insufficienti. A dirlo sono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil nel corso dell'audizione che si è tenuta oggi (11 novembre) nelle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.
“Nel disegno di legge di Bilancio sono contenute misure che indicano una giusta direzione, ma allo stesso tempo la limitatezza delle risorse ne depotenzia l’efficacia”. È quanto si legge nella premessa del documento illustrato quest’oggi dalla vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, in audizione presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato. “Il nostro - ha dichiarato Fracassi - è un Paese fermo, con disuguaglianze sempre più profonde, una grave crisi industriale, e un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, molto alto rispetto alla media europea, dilaga il lavoro povero e impoverito. Un quadro aggravato dalle passate politiche italiane ed europee, e di cui scontiamo e sconteremo le conseguenze. Tra queste la necessità - da noi condivisa - di neutralizzare le clausole di salvaguardia, pena l’aumento dell’Iva con effetti regressivi su consumi e, quindi, condizioni dei cittadini. Un provvedimento che però lascia ben poche risorse per altre misure”.
Nell’analisi dell’articolato della legge di Bilancio, ci si sofferma su quanto contenuto in materia fiscale. La Confederazione rileva “segnali di cambiamento condivisibili”. “Primo significativo passo - si legge nel documento - l’intervento sull’imposizione tributaria sui lavoratori, che però dovrà essere raddoppiato nel 2021, e dovrà inserirsi in una complessiva riforma, per garantire maggiore equità fiscale e progressività sia sui lavoratori che sui pensionati”. La vicesegretaria generale della Cgil ha sottolineato anche come la richiesta del sindacato di detassare gli aumenti contrattuali non sia presente in legge di Bilancio.
La Cgil giudica “importanti” le misure sul contrasto all'evasione (tracciabilità, incrocio banche date, soglia del contante), “dopo una lunga stagione in cui condoni o assimilabili hanno consentito una zavorra di evasione pari a 109 mld annui, tutte risorse indispensabili per gli investimenti così da invertire il trend. Inoltre - prosegue il documento - consideriamo rilevanti i provvedimenti che dal punto di vista fiscale mirano a colpire le cooperative spurie e lo sfruttamento nelle catene degli appalti”.
Per quanto riguarda le politiche di investimento “le risorse previste sono ancora insufficienti, e per la stragrande maggioranza sono collocate nei prossimi anni. Siamo quindi - denuncia la Cgil - ancora lontani dall’imprimere una svolta su questo versante, nonostante apprezziamo sia le priorità indicate (‘piano verde’, green bond, sud, rifinanziamento di alcune misure come credito di imposta e digitalizzazione) che l’aver evitato l’ennesimo taglio al welfare”. “Per la realizzazione degli investimenti e per dar vita ad una politica industriale, oggi assente nel nostro Paese, è indispensabile - prosegue - una nuova governance pubblica a partire dall’istituzione di un’Agenzia per lo Sviluppo Industriale”.
“Insufficienti le risorse per gli ammortizzatori sociali”. Per Fracassi “occorre aprire una seria riflessione sul loro aumento, necessità resa evidente dalle 158 vertenze aperte al Mise, punta dell’iceberg di una crisi industriale più ampia”. Sui nodi riguardanti il pubblico impiego e le pensioni, per la Cgil sono “ancora insufficienti le risorse per i contratti pubblici, che sebbene incrementate non consentono di dare attuazione a tutti gli istituti contrattuali”; e “per i pensionati, pur avendo riaperto la possibilità della rivalutazione bloccata nella precedente legge di Bilancio, non ci sono misure significative che guardino alla loro condizione, a partire da una legge quadro sulla non autosufficienza che chiediamo venga inserita come collegato al presente disegno di legge”. In conclusione, la Cgil chiede che “alcuni temi contenuti nella legge di Bilancio devono essere inquadrati all’interno di un programma pluriennale di misure che dovranno trovare nel prossimo documento di economia e finanza adeguata definizione. A tal fine chiediamo che il confronto con il Governo prosegua attraverso i tavoli su fisco, Pa, previdenza e investimenti”.
Cisl e Uil
“Apprezziamo la decisione di attribuire priorità al taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti, ma le risorse messe in campo rischiano di rendere poco visibile questa misura che, ricordiamo, è stata chiesta con forza dal sindacato”. Così ha detto il segretario generale aggiunto della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sottolineando che “la dotazione di 3 miliardi di euro per il 2020 e di 5 miliardi di euro a decorrere dal 2021 rappresentano solo un primo positivo passo per operare un significativo taglio delle tasse”. Inoltre, per la Uil, il rinvio ulteriore del taglio del cuneo “sarebbe inaccettabile”. Sul fronte del pubblico impiego, prosegue, “le risorse stanziate per il rinnovo dei contratti, che sono scaduti lo scorso anno, sono insufficienti per avviare compiutamente le trattative”. Sulla stessa linea anche la Cisl: “Ci aspettavamo di più sul cuneo fiscale. Questa misura comunque deve essere l'anticipazione di una più vasta riforma dell'Irpef e ci aspettiamo che il 2020 sia l'anno giusto”, è il ragionamento del segretario confederale Ignazio Ganga. Quanto alle risorse per il pubblico impiego, la somma stanziata a regime “è appena sufficiente per rinnovare i contratti e rischiamo di infilarci nella situazione di andare a rinnovare contratti già scaduti”.