"Ci sono aspetti della manovra che sono significativi di come si intenda derogare e abbassare i diritti dei lavoratori, come lo è ad esempio la norma sulla liberalizzazione del collocamento". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, nel sostenere cosa "c'entri con i requisiti di urgenza di un decreto sulla manovra finanziaria la liberalizzazione del collocamento?".
Inoltre, denuncia, "con questo provvedimento si decide che anche singoli consulenti possono intermediare manodopera, il che rappresenta la chiusura del cerchio disegnato col collegato lavoro: il consulente lavora per l'impresa, fa la certificazione del contratto e adesso anche collocamento".
Fammoni ricorda poi come "il governo nel collegato lavoro era stato costretto a ritirare una norma sulle spese per il processo del lavoro che adesso ripropone: la gratuità delle spese resta solo per i ricorsi in Cassazione, per i primi gradi di giudizio invece si dovrà pagare. Questa è sì una norma di spesa, ma a danno dei lavoratori e dei loro diritti".
Infine, aggiunge il segretario confederale, "si cancella l'istituto della mobilità in deroga e lo si sostituisce con una integrazione della indennità di disoccupazione fino al valore economico della mobilità. La disoccupazione però sotto i 50 anni dura solo otto mesi, quattro in meno della mobilità. Oggi, quando finisce la mobilità, si poteva usufruire della indennità di disoccupazione, se approvate queste norme non sarà più così e quindi i mesi di tutela che possono saltare salgono fino a 12. Ecco - conclude - cosa si prevede per il lavoro durante la crisi in una manovra sbagliata e iniqua".
Manovra: Cgil, deroga e abbassa diritti dei lavoratori
6 luglio 2011 • 00:00