Le lavoratrici e i lavoratori della conoscenza partecipano alla manifestazione organizzata il 28 marzo a Roma dalla Fiom. "Vogliono essere parte attiva di un progetto di cambiamento per una società più giusta e solidale. La cancellazione dell’art.18 e l’estensione della precarietà, l’ulteriore attacco al sistema di istruzione pubblica, il tentativo di ridimensionare i contratti nazionali e la contrattazione affermano una idea di società sempre più disuguale e autoritaria", si legge in una nota.

"Il Jobs act e il disegno di legge sulla scuola riducono i diritti per tutti e sono un evidente attacco ai principi e ai valori della Costituzione – continua il comunicato –. Noi vogliamo superare la precarietà in tutti i comparti della conoscenza perché i contenuti e le forme del lavoro devono garantire dignità, stabilità e valorizzazione delle conoscenze e competenze. Bisogna ripartire dal diritto allo studio per garantire a tutti l’accesso al sapere, sconfiggendo la piaga della dispersione scolastica e l’espulsione di migliaia di studenti dalle università.
Il governo, invece, prosegue con politiche che rispondono agli interessi delle imprese e subalterne alle tecnocrazie europee. Si colpiscono i diritti delle persone ma non si fa nulla per sconfiggere la illegalità diffusa che mina la credibilità delle istituzioni, delle pubbliche amministrazioni e della politica. La corruzione è il sistema che alimenta le mafie e ha un effetto perverso sull’economia. Occorre quindi percorrere una via diversa per uscire dalla crisi che assicuri più legalità, democrazia, benessere e coesione sociale. L’obiettivo di allargare, partendo dal lavoro, le alleanze sociali è fondamentale per costruire un progetto alternativo di economia, di lavoro e di sostenibilità ambientale".

Siamo in presenza, continua la Flc Cgil, "di un contesto molto differente dal passato, nel quale sempre più povertà e esclusione rendono sempre più precaria la vita delle persone, determinando un senso diffuso di solitudine. Essere sindacato confederale e generale significa riunificare il lavoro e il disagio sociale coniugando funzione contrattuale e progetto di cambiamento della società. La rappresentanza di interessi generali da parte del sindacato non può che essere esercitata con aggregazioni più ampie senza alcuna confusione con la funzione dei partiti". A fronte di una forte frammentazione e disperazione sociale, conclude la nota, "è fondamentale relazionarsi con le tante soggettività che si battono per una società più equa e democratica. È questa una possibile risposta al disegno del Governo che tenta di emarginare il sindacato per spingerlo verso una deriva corporativa. È anche una straordinaria opportunità per ricostruire il rapporto con le nuove generazioni a cui si nega la speranza del futuro".