“Siamo in una fase storica in cui le grandi trasformazioni si succedono velocemente. I rapporti tra le persone si svolgono ormai sulle grandi piattaforme social, che sono proprietà di aziende private”. Ha esordito così il segretario generale della Filt, Stefano Malorgio, al congresso Cgil. “Le destre – ha detto - si sono inserite in questo contesto giocando sulla contrapposizione tra il popolo e l'elite, alla fine quelli che vincono sono le grandi lobby, che proprio in questi giorni stanno scrivendo la manovra finanziaria”.
“È stato importante aver dato un giudizio netto sul governo – ha aggiunto -, che fa scelte sbagliate e irresponsabili, scaricando il loro peso sulle persone in carne e ossa. Siamo di fronte a una destra inedita nella nostra storia, a cui si aggiunge il totale disinteresse per il lavoro, che non è più elemento di valorizzazione e identificazione del singolo individuo”. Parlando dei nodi del suo settore, Malorgio ha spiegato: “C'è la necessità di avere trasporti coerenti e moderni, è ora di mettere in primo piano le esigenze del Paese, e il tema delle infrastrutture e dei trasporti riguarda tutti, non solo un singolo comparto”.
Il sindacato sta affrontando la rivoluzione digitale “anche con avanzamenti importanti”, a suo avviso: “Sui rider e sui lavoratori di Amazon abbiamo dimostrato che il sindacato non è ridotto all'indifferenza, alla non presenza in quei luoghi. Oggi la priorità è aggredire il segmento del lavoro low cost. Attenzione: anche se si chiama così, il low cost non è affatto un settore povero, sono i consumatori che pagano prezzi bassi ma le imprese fanno grandi profitti, quindi devono pagare adeguatamente salari e diritti”.
Sull'azione sindacale, per il segretario “dobbiamo sviluppare la contrattazione d'anticipo, la partecipazione nei processi di scelta, la contrattazione di sito e filiera. Ma il quadro non basta a se stesso, serve anche la legge, abbiamo bisogno di una politica che guardi davvero al lavoro, da qui la nostra proposta della Carta dei diritti universali. Oggi manca una rappresentanza politica del lavoro, e allora dobbiamo ricostruire valori condivisi come la solidarietà altrimenti, se non abbiamo punti comuni, corriamo il rischio di sfaldarci”. In tal senso la Cgil “non è indifferente alla crisi della sinistra, anzi si incarica della sua ricostruzione: deve farlo non agendo come un partito, ma coltivando la sua rappresentanza sociale. Occorre avviare un processo di unità confederale, nei prossimi quattro anni proviamo a sfidarci e superare le differenze con coraggio”.
Malorgio ha concluso palando del prossimo segretario generale: “Dobbiamo smontare alcune semplificazioni banalizzanti, come immaginare una contrapposizione di pensionati contro lavoratori attivi, serve un'operazione di dignità politica e riconoscimento delle differenze, altrimenti le divisioni ce le portiamo dietro anche il giorno dopo il congresso. L'assemblea generale è il luogo in cui si può ritrovare l'unità confederale”.