Otto ore di sciopero per lunedì 15 maggio, con presidio nella tarda mattinata davanti al negozio di Milano in via Montenapoleone: lo hanno proclamato lavoratori e sindacati della Malo, azienda di cashmere di Campi Bisenzio e Borgonovo.
"Il tempo delle promesse si è concluso, occorre urgentemente passare ai fatti, da mesi attendiamo una ricapitalizzazione che non arriva mai", spiegano in una nota Rsu Malo Borgonovo e Campi Bisenzio, Filctem Cgil, Femca Cisl. Nel corso delle recenti assemblee i lavoratori hanno bocciato all’unanimità il piano della dirigenza che prevede 20 esuberi a Campi Bisenzio (Firenze) e 38 nello stabilimento di Borgonovo Val Tidone (Piacenza) e proclamato un pacchetto di 20 ore di sciopero, per dire no ai tagli prospettati dall'azienda.
"Occorrono investimenti ben più forti degli attuali 20 milioni in 18 mesi annunciati che servirebbero a mala pena a coprire le perdite dei prossimi esercizi, ma, purtroppo, apprendiamo che il Cda non ha ancora deliberato nulla su questi 20 milioni, rimandando ulteriormente la ricapitalizzazione e la possibilità di far ripartire l'azienda", continua la nota.
È già fin troppo tardi – spiega il comunicato –, una buona parte della collezione è stata pregiudicata per le conseguenze della mancanza di liquidità e non arriverà mai in tempo nei negozi, c'è il rischio che si intacchi la fiducia dei clienti e dei consumatori, ultimo baluardo da tutelare, insieme alla specializzazione del lavoro, per dare un futuro all'azienda".
"Rivolgiamo l'ennesimo appello all'azienda che ha dichiarato di essere disposta ad accogliere richieste di confronto delle rappresentanze sindacali, chiediamo che si dia corso al piano ambizioso di riqualificazione delle produzioni che l'azienda stessa ci aveva presentato all'inizio del 2017, che attraverso l'acquisizione di produzioni “esterne” ottimizzi le capacità produttive e i costi aziendali. Siamo determinati a portare avanti le nostre proteste ma, al contempo, disponibili a tornare al tavolo delle trattative nel caso arrivino i capitali e le opportune correzioni al piano aziendale", conclude la nota.