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“Chiediamo lo scioglimento immediato delle organizzazioni neofasciste per realizzare finalmente la dodicesima disposizione finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista”. Così Carla Nespolo, presidente dell’Anpi, ha chiuso dal palco di piazza del Popolo a Roma la manifestazione “Mai più fascismi, mai più razzismi”. “Non temiamo il fascismo – ha aggiunto –, teniamo l’indifferenza, l’ignoranza: dobbiamo far leggere libri ai giovani, portarli a visitare i campi di concentramento: il fascismo è nemico della cultura”.
“Oggi – ha detto – sta avvenendo una cosa importante: giovani, anziani, uomini, donne, studenti hanno alzato la propria voce per difendere la democrazia e la Costituzione nata dalla Resistenza e per chiedere che essa venga messa in pratica. Perché la libertà, come diceva Piero Calamandrei, è come l’aria: ti accorgi di quanto sia importante quando non ce l’hai. Antifascismo è aver cura della memoria”.
Nespolo ha poi ricordato che questa manifestazione è dedicata “ai partigiani, torturati, fucilati; agli italiani uccisi durante la seconda guerra mondiale voluta da Hitler e dal duce, alle vittime delle stragi fasciste del dopoguerra, alle nostre sorelle e ai nostri fratelli vittime del razzismo, alle vittime sul lavoro: per tutti loro siamo qui. Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla e noi non vogliamo che si ripetano fascismi e nazismi”.
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Una manifestazione riuscita: a Roma in piazza sono scese migliaia di persone. Il corteo ha attraversato la città da piazza della Repubblica fino a piazza del Popolo. L'iniziativa è stata indetta dalle 23 organizzazioni sociali, sindacali e politiche promotrici dell'appello "Mai più fascismi" (Acli, Aned, Anpi, Anppia, Arci, Ars, Articolo 21, Cgil, Cisl, Comitati Dossetti, Coordinamento democrazia costituzionale, Fiap, Fivl, Istituto Alcide Cervi, L'altra Europa con Tsipras, Libera, Liberi e uguali, Libertà e giustizia, Pci, Pd, Prc, Uil e Uisp). Numerose le delegazioni della Cgil provenienti da tutta Italia, che ha visto l'arrivo nella Capitale di decine di pullman e treni speciali.
LA GIORNATA
"Una manifestazione bella e importante, è un bel segno che tante associazioni l'abbiano promossa". Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, parlando alle agenzie di stampa in piazza della Repubblica: "È anche importante cogliere il legame tra il no al fascismo e il no al razzismo per proporre una risposta diversa dalla paura e dalla guerra tra poveri. È una sana iniziativa di applicazione della nostra Costituzione".
La manifestazione si è conclusa in piazza del Popolo, dove è stato allestito un palco su cui si sono alternate letture, musica e interventi. A presentare la manifestazione è stato l'attore Giulio Scarpati, mentre l'apertura è stata affidata alla musica dei Modena City Ramblers. È seguita la lettura, da parte di studenti e studentesse, di lettere e racconti di partigiane e partigiani. È stato poi trasmesso un videomessaggio della senatrice a vita Liliana Segre. Al termine, ancora letture della Resistenza e quindi l'intervento di Ella, una giovane rifugiata nigeriana. A seguire, un video sulle leggi razziali volute dal fascismo, poi ancora letture e l'intervento finale di Carla Nespolo, presidente nazionale dell'Anpi.
"Una grande risposta era quello che ci voleva: una piazza che afferma la democrazia e la scelta di non cedere a questa deriva di odio e violenza a cui bisogna rispondere con grande partecipazione, quella partecipazione che noi vogliamo affermare tutti i giorni nella nostra azione", così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, che con tutta la segreteria della Cgil sta partecipando al corteo.
Folta anche le delegazione della Cgil della Lombardia. "L'antifascismo va praticato ogni giorno, occorre dare un segno tangibile della nuova Resistenza che dobbiamo mettere in campo" ha detto Elena Lattuada, segretaria generale della Cgil lombarda: "Siamo in tanti, ed è significativo in una regione che rischia di finire nelle prossime elezioni di nuovo in mano al centro-destra".
Tante le personalità presenti alla manifestazione: tra queste, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "E' un corteo molto importante, è emozionante essere qui", ha detto il premier, rimarcando che “c'è bisogno di sicurezza e legalità, e i valori della Costituzione sono un contributo in questo senso". Per Gentiloni la manifestazione “è un bellissimo messaggio, costituzionale, come è bello l'impegno, anche in una giornata un po' piovosa, di tante persone arrivate da tante parte d'Italia".
"Bisogna dimostrare come si fa fronte comune contro un fascismo che risorge e contro un'indifferenza generale". A dirlo è il presidente emerito dell'Anpi Carlo Smuraglia, in occasione del corteo organizzato dall'associazione dei partigiani a Roma: "Un gruppo consistente di 23 tra associazioni, partiti e movimenti si uniscono per dire basta e per chiedere con forza al governo che vengano sciolte le organizzazione dichiaratamente fasciste e che sia impedito loro di presentare liste".
"Purtroppo assistiamo a una degenerazione del linguaggio pubblico dei nostri tempi", così Don Luigi Ciotti intervistato da RadioArticolo1. Assistiamo, ha aggiunto, al tradimento della Costituzione, "si è dato campo libero a troppi disonesti e avventurieri. Oggi camminiamo insieme per dire che la nostra Costituzione è nata come risposta all’oppressione del fascismo, alle leggi razziali e alla guerra. Perché una società senza memoria è senza coscienza di sé. Dire di no al fascismo e al razzismo però vuol dire anche costruire un contesto di inclusione sociale dove i diritti non siano solo parole".
Al corteo di Roma anche la Cisl, presente in piazza con il segretario confederale Andrea Cuccello e una delegazione della segreteria (assente la segretaria generale, Annamaria Furlan, per un'indisposizione). "La grande partecipazione pacifica alla manifestazione deve servire a rafforzare le ragioni di un'alleanza forte e coerente tra le istituzioni, i partiti e la società civile, per mettere al bando tutte le forme di violenza da qualsiasi parte essa vengano, le intimidazione fisiche e verbali, le provocazioni che si richiamano al fascismo o al nazismo" spiega una nota: "Dobbiamo saper trasmettere nella società italiana, e soprattutto tra le giovani generazioni, i grandi valori ideali e morali della convivenza pacifica, della tolleranza, dell'accoglienza, del rispetto della persona e della vita. Questi sono i valori fondativi della nostra Repubblica e della nostra Carta Costituzionale".
Dal palco di piazza del Popolo ha raccontato la sua storia Ella, giovane nigeriana scappata dal suo paese perché omosessuale. "Da noi si rischiano 14 anni di carcere. Per questo sono venuta via, con la mia ragazza". È stato un viaggio tremendo quello di Ella, attraverso il deserto, il Niger e la Libia. "Abbiamo deciso di partire per mare – ha ricordato – anche se ci dicevano che era molto facile morire. Ma ce l'abbiamo fatta. Siamo state a lungo in un centro di accoglienza a Monterotondo. Qui abbiamo preso la licenza scolastica e fatto un tirocinio. Ora viviamo in una casa nostra e io ringrazio tutte le brave persone che ci hanno aiutato e che non ci giudicano per il colore della pelle: voglio vivere e morire in Italia". Infine Ella ha rivolto un appello allo Stato affinché riconosca la cittadinanza italiana alle vittime dell'orrore di Macerata.