"In tutti gli stabilimenti del gruppo Magneti Marelli, da Bari, Bologna e Crevalcore, Caivano, Melfi e Tito, Napoli, Tolmezzo, fino a quelli nel territorio di Torino, si moltiplicano appelli, comunicati, assemblee, raccolte firme dei lavoratori che, preoccupati per il loro futuro, chiedono alle Istituzioni regionali e nazionali di supportare la richiesta di confronto con il management fino al coinvolgimento diretto del governo". A dirlo è la Fiom Cgil. "L'intervento del ministro dello Sviluppo economico deve essere immediato, non può avvenire a cose fatte", sottolinea ancora il sindacato, ribadendo che "la vendita di Magneti Marelli senza conoscerne le finalità potrebbe incidere sul mantenimento dei siti produttivi e dei livelli occupazionali".
Magneti Marelli, ricorda la Fiom, è il gruppo di componentistica dell'automotive "più importante presente sul territorio nazionale e rappresenta un'eccellenza nella ricerca e innovazione dei prodotti. Se la cessione è mirata esclusivamente a fare cassa potrebbe rappresentare un ulteriore impoverimento industriale del nostro Paese. Magneti Marelli potrebbe essere invece una opportunità per integrare e internazionalizzare aziende della componentistica, anche con la partecipazione diretta pubblica come il governo sta valutando per altri settori. I lavoratori hanno il diritto di essere informati e di potersi confrontare per il futuro del gruppo".