I nuovi criteri previsti per il calcolo del Pil a livello europeo consentiranno di includere la stima della ricchezza prodotta dai traffici illeciti (droga, corruzione, contrabbando, prostituzione). Una novità che dovrebbe servire a scattare una fotografia più precisa dell'economia del Paese, anche se tra Pil e qualità della vita dei cittadini il nesso è labile assai. "Ma adoperare il Pil così addizionato di droga, contrabbando, corruzione e prostituzione per ridurre il
rapporto con il deficit pubblico, ottenendone benefici sul piano della spesa pubblica" sarebbe "l'ennesimo schiaffo tirato in faccia alle vittime delle mafie". Ne è convinto Davide Mattiello, deputato Pd e componente della Commissione Antimafia.

"In Italia - spiega Mattiello - la ricchezza prodotta attraverso i traffici illeciti ha una qualità speciale e rimanda all'odioso e non vinto potere delle mafie". Per questo secondo il deputato è impossibile "ammettere il 'fatturato criminale' non soltanto nella foto di famiglia dell'economia italiana, ma tra le leve che favoriscono la tenuta dei conti pubblici".

"Il presidente del Consiglio Renzi - scrive ancora Mattiello - si è dimostrato attento a dare segnali precisi sul valore della legalità e della dignità della persona: auspico che dichiari di non voler adoperare questa quota di Pil per correggere il rapporto con il deficit. Auspico che piuttosto - conclude - annunci l'impegno a raddoppiare la quota di spesa pubblica dedicata alla ricerca, dal momento che questi stessi nuovi parametri europei consentono anche di computare questo tipo di spesa come investimento e non più come costo. Sarebbe infatti angosciante dover constatare tra qualche mese che i Paesi nord europei migliorano il rapporto Pil/deficit grazie alla ricerca universitaria, mentre l'Italia migliora il rapporto tra Pil e deficit grazie a droga e corruzione".