Si svolgerà venerdì 10 febbraio la prima assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici delle imprese edili e delle costruzioni sequestrate e confiscate alle organizzazioni mafiose. L’iniziativa (“Il lavoro libera, liberiamo il lavoro: come tutelare i lavoratori dipendenti e restituire alla comunità le imprese”), sostenuta dalla Fillea Cgil nazionale, che ha lanciato una raccolta di firme per tutelare i lavoratori delle aziende sequestrate e bonificare le imprese, si terrà nella clinica in amministrazione giudiziaria Villa Santa Teresa di Bagheria, con la partecipazione del presidente dell’osservatorio “Edilizia & legalità” Pier Luigi Vigna.

Nel corso dell’assemblea saranno presentate le proposte della Fillea. Presiederà i lavori il segretario generale della Cgil di Palermo Maurizio Calà e introdurrà Salvatore Lo Balbo, della segreteria nazionale Fillea. Sono previsti anche il saluto del sindaco di Bagheria Vincenzo Lo Meo e gli interventi del segretario della Fillea Palermo Mario Ridulfo, dell’amministratore giudiziario Andrea Dara, dell’assessore regionale alle Infrastrutture Piercarmelo Russo, del presidente del centro studi Pio la Torre Vito Lo Monaco, di Mauro Livi, della segreteria nazionale Fillea, di lavoratori e delegati sindacali di Caltanissetta, Caserta, Catania, Palermo, Trapani, Vibo Valentia.

La raccolta di firme lanciata dalla Fillea mira a chiedere all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati il sostegno delle attività delle aziende confiscate. In particolare, vista l’esperienza maturata nel comparto e le sinergie create con i singoli amministratori giudiziari, si chiede all’agenzia di costituire formalmente un ufficio Attività produttive e sindacali capace di coordinare le attività delle aziende sequestrate o confiscate attive, con particolare riferimento a quelle del settore costruzioni. Non solo. La categoria degli edili Cgil chiede anche che l’agenzia adotti una delibera che permetta l’utilizzo di queste aziende nell’ambito dei lavori di manutenzione e ristrutturazione del patrimonio immobiliare sequestrato o confiscato, in tutto il territorio nazionale. “Queste attività sono svolte oggi da soggetti istituzionali attraverso l’utilizzo delle risorse finanziarie previste dal Pon sicurezza – osservano in casa la Fillea –. Ritieniamo che l’utilizzo delle imprese sequestrate del settore delle costruzioni nelle opere di manutenzione e ristrutturazione di questo importante patrimonio immobiliare possa rappresentare uno strumento di azione positiva per un’efficace bonifica di questo tessuto economico presente nei territori a forte caratterizzazione mafiosa”.