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Nella Marcellino, storica dirigente della Cgil, è morta nella notte tra il 22 e il 23 luglio. Ebbe almeno "tre vite", come ricostruisce un libro-intervista dato alle stampe pochi anni fa (vedi sotto): giovane partigiana, dirigente del Partito comunista italiano e infine della Cgil.
Era nata a Torino nel 1923. Visse in Francia e in Belgio poiché il padre, condannato dal Tribunale Speciale nel 1926, fu costretto ad espatriare. A 15 anni compì la sua prima missione clandestina intraprendendo un viaggio da Bruxelles a Parigi. Negli anni quaranta a Parigi partecipò alle iniziative contro la guerra che la videro impegnata ad aiutare i maquis francesi e nella propaganda contro i nazisti. Conobbe in quel periodo molti dirigenti del Pci fuoriusciti come Giorgio Amendola, Luigi Longo, Gian Carlo Pajetta, Giuseppe Di Vittorio e il carrarese Arturo Colombi, uno dei fondatori del Pci che sarebbe diventato suo marito nel 1945.
Nel 1941 il partito la invia a Torino dove trova lavoro come impiegata al Banco San Paolo ma deve presto lasciarlo per entrare in clandestinità. E’ al fianco di Umberto Massola nell’organizzare gli scioperi del marzo ‘43 e quelli imponenti del marzo ‘44. E’ impegnata nella Resistenza.
Dopo la Liberazione è dirigente della commissione femminile del Pci di Bologna; viene candidata con le liste del Fronte Popolare nel 1948: è la più giovane deputata eletta in Parlamento. Diviene la responsabile della commissione nazionale femminile del Pci e si adopera in Parlamento perché vengano approvate prime normative per la tutela della maternità. Nel 1954 è eletta nella segreteria della federazione del Pci milanese per poi tornare nuovamente a Botteghe Oscure sempre come responsabile della commissione femminile. Nel 1961 lascia il lavoro di partito ed entra nella segreteria della Filziat Cgil, il sindacato delle industrie alimentari. E’ in ferie con il marito a Yalta in Crimea nell’agosto del 1964 quando Palmiro Togliatti è colpito da una emorragia celebrale e muore. Su indicazione di Luigi Longo è proprio Nella che trascrive a macchina un documento che diventerà famoso: il Memoriale di Yalta che Togliatti aveva da poco approntato.
Come osserva Paolo Serventi Longhi (direttore di Rassegna Sindacale), "ci ha lasciato una donna straordinaria che ha dedicato la propria vita alle battaglie per la democrazia, la libertà, i diritti. Nella Marcellino non resta nei cuori soltanto di milioni di iscritti e militanti della 'sua' Cgil, ma direi di tutti gli italiani che l’hanno conosciuta, dei più anziani che l’hanno avuta compagna determinata nella guerra di Liberazione e, subito dopo il 25 aprile, come dirigente appassionata del Partito comunista italiano".
Nel 2009 è stato pubblicato un libro-intervista (Nella Marcellino. Le tre vite di Nella, edizioni Sipiel, a cura di Maria Luisa Righi), nel quale la Marcellino ripercorre le tappe più importanti della sua biografia. Nella prefazione al volume Bruno Ugolini (giornalista dell'Unità e decano dei cronisti sindacali) osserva che "subito vien da pensare, scorrendo le pagine, come sarebbe stata l’Italia senza quelle ragazze e quei ragazzi che come Nella entravano ancora adolescenti in clandestinità, seguendo i genitori nell’impegno antifascista. Per dedicarsi, dopo la Liberazione, a organizzare i movimenti femminili e a costruire un sindacato capace di restituire diritti e poteri ai salariati. Sono le tappe di una lunga lotta che oggi, in tempi certo meno esaltanti, rischiano di essere poste in discussione e ricacciate all’indietro".
La presidente e il cda di Edit.Coop, le direzioni, le redazioni e il personale di Rassegna.it, Rassegna Sindacale e Radio Articolo1 partecipano al lutto della Cgil e della sinistra italiana.