PHOTO
Riproduciamo un estratto da La neve nera di Oslo (Ediesse 2010), l'ultimo libro pubblicato da Luigi Di Ruscio.
C'era la destalinizzazione e l'insurrezione d'Ungheria, i carri armati sparano sugli operai, oltre a tutte le mancanze mi ritrovavo anche senza partito, non avevo un lavoro di nessun genere, con le mie poesie ero diventato veramente "argomento di riso e trastullo", eravamo giunti allo schianto, pensavo anche di fare un reato qualsiasi e farmi mettere in galera dove un posto per scrivere in pace sarebbe assicurato, spaccare con un martello le vetrine dei negozi del Corso, squadre d'italici emigravano verso tutti gli angoli del mondo e sarebbe stato stranissimo se tra tanti un poeta fermano non fosse emigrato anche lui e in una fabbrica metallurgica.
Decisi di emigrare, in Norvegia perché i soldi a disposizione non potevano bastare per un viaggio più lungo, i soldi per il viaggio mi furono dati dalla congregazione di carità, c'era un tipografo uno Spagnoli pezzo grosso della Democrazia cristiana capo della congregazione di carità che mi diede i soldi per il solo viaggio d'andata, vai dove ti pare basta che non ti fai più rivedere, parto con una valigia piena di carte, una poesia in una simbolica mania di persecuzione, non pensavo di avere nemici comunque qui non ci arrivano neppure se sputano sangue, lo scrivere è una milizia, scrivo in qualsiasi situazione anche se il pubblicare fosse diventato impossibile, avanti con le cosiddette poesie consecutive.
Sfogliando le carte ho ritrovato un appunto preciso, primavera del 1957, Spagnoli il tipografo della piazza del popolo presidente della congregazione di carità mi stanzia lire 30.000 per finanziare il viaggio che mi avrebbe portato ad Oslo però dovetti promettere che mai sarei ritornato però ogni tanto mi ripresento, riaffermo il mio esserci davanti ai tipetti che vorrebbero cancellarmi come fossi un errore ortografico, non state ad ammazzare la gente, lasciate fare certi lavoretti alla morte stessa, fatele vivere a lungo le belve italiche, apprestate a loro le lunghissime agonie, quelle belle agonie di Calvino, Berlinguer eccetera che durarono settimane intere, i bravi chirurghi specializzati ad allungare al massimo le agonie della classe dirigente italica, gliela fanno godere tutta sino alla fine.
Non solo non potevo pubblicare le mie poesie ma non potevo neppure più scriverle, ero diventato ricercatore di primi eventi oppure ultimi. Una contessa fermana mi assicurò che l'Albania era l'unico paese ateo del mondo, tutti gli altri sono più o meno credenti, il sottoscritto come già ho spiegato non è un credente viene solo creduto dal padre nostro che è nei cieli e signora contessa mi fece avere antologia dei poeti albanesi dalla contessa stessa tradotti dall'inglese.
Iniziare un romanzo dove sono narrate le avventure norvegiche, dove l'esposizione del sottoscritto è al completo, domiciliato ad Oslo ad Aasengata 4, non dimenticate che Aasengata si pronuncia: osengata. Qui vivo e scrivo da ormai anni cinquanta ininterrotti, di questa città sarà tutto inventato incluso il sottoscritto, c'è la proposta d'incidere una rosa in fronte agli impestati dell'Aids. Che razza di uomini possono diventare tutti quelli che investigano sulle nostre colpevolezze, quelli che vanno dietro a tutte le nostre manchevolezze giuridiche, mai preso a schiaffi mia moglie eppure mi si accusa di avergli dato uno schiaffo una trentina di anni fa di cui fui ricambiato con lancio di scarpe usate che ho abilmente schivato, poi ci furono sbattiti di porte ed urli e meravigliato lo spettatore distratto che sbalordito esclama: E che succede? Piogge improvvise e grandinate si scaraventano su di noi, comunque i missionari nei paesi africani maggiormente colpiti dall'Aids saranno richiamati e accuratamente visitati perché non si vorrebbe esportare Cristo e importare l'Aids anche nei conventi di clausura.
Le catastrofi meteorologiche e meteore sopra di noi, profetizzare è sempre sbagliato però se c'è interruzione delle mestruazioni la ragazza è quasi certo che è rimasta incinta, in ogni caso la narrazione degli avvenimenti in Oslo si farà complicata per la questione linguistica, il narratore può adoperare solo la lingua italica e qui il tutto si esprime in norvegese lingua che io capisco alla perfezione però della lingua norvegese io sono per metà analfabeta nel senso che leggo e parlo alla perfezione il norvegese ma non lo so scrivere, al contrario, l'italiano lo leggo e scrivo molto bene ma lo parlo ormai molto male, comunque il verbo nordico cercherò di tradurlo simultaneamente nella lingua che il sottoscritto è abbastanza capace d'iscrivere, mai letta una grammatica italica e figuriamoci quella norvegese, la scrittura si complica maggiormente perché io con mia moglie e un figlio e ultimamente mi è nata anche una femmina abitiamo in una camera e cucina e ormai non so più dove piantare la macchina da scrivere per i romanzi consecutivi e non si sa più quando battere le letterine metalliche che piombano sulla carta senza svegliare con le battiture il popolo accumulato sopra di noi e anche sotto abitando al terzo piano il nido è ormai troppo pieno rischiamo di precipitare da un momento all'altro, la consorte mette sotto accusa la macchina da scrivere ormai volta in un moto perpetuo qui dal venerdì sera al lunedì non si ferma più avendo la classe operaia nordica liberato tutti i nostri sabato, ormai è la cosa per quasi tre giorni in un martirio continuo, sono diventato padre e da tanti anni ho smesso anche di essere figlio, mia moglie aveva le doglie e non voleva andare all'ospedale perché era domenica: Mai di domenica! Ero terrorizzato, questa mi partorisce in cucina.
All'una di notte, essendo ormai la prima ora del lunedì decide di andare all'ospedale, volle andare a piedi, questa mi partorisce per strada, il parto stava per avvenire nel cesso dell'ospedale. Alighieri viaggiava per i tre regni della morte senza essere stato giudicato perché era ancora vivo, il giudizio era sospeso sopra di lui, scrivo con il nastro logoratissimo e delle scritture c'è una lieve traccia appena leggibile, durante la destalinizzazione mi dissero che il culto a Stalin era tutto uno scherzo, si seppe anche che un generale sovietico è stato rapinato di tutte le sue medaglie che con grande fatica teneva ancora tutte esposte al petto glorioso, medaglie di valore per collezionisti allucinati, ero felice per la destalinizzazione perché mi ero convinto che con lo stalinismo eravamo andati troppo a destra, niente internazionalismo e troppo nazionalismo, troppo militarismo e troppi medaglieri esposti, non tutte le cose le capisco alla maniera giusta, il primo colonialismo significava lo sfruttamento, il secondo colonialismo prevede l'annientamento, i palestinesi devono sparire, in Palestina c'è posto solo per gli ebrei, pressappoco questo è lo schema, se riescono a fare le fabbriche senza uomini l'operaio cioè l'uomo è diventato inutile anzi è diventato dannoso perché caca e piscia continuamente e tutta questa merda e piscia non si sa più dove metterla.
Sotto la pioggia preferisco andare a capo scoperto piuttosto che andare in giro con l'ombrella spalancata, basta con le cravatte e con lo sbarbarmi tutte le mattine, una volta alla settimana è più che sufficiente però oggi il rubinetto dell'acqua ho dovuto ripararlo, per due volte medici ebrei mi hanno preso per ebreo, in Francia mi prendevano per algerino proprio quando la Francia faceva l'ultima sua guerra coloniale contro gli algerini, insomma scriverò un romanzo su tutto quello che avverrà nell'ambito delle mie più dirette conoscenze ed è possibile anche che non avvenga più niente e tenendo presente che tutto quello che avverrà potrà avvenire in maniera del tutto diversa e il tutto potrò capirlo in maniera tutta sbagliata e tutta blasferica, ammettiamo un personaggi palestinese che vive tra gli ebrei o ebreo tra i palestini, cristiano tra i mussulmani più fondamentali e musulmano tra i più fanatici gattolici o cattolici che siano, terribile tenere tutto in mente, scrivere tutto inumare il tutto sulla pagina bianca, cercare una catarsi qualsiasi.