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Luca De Rosa, 41 anni, componente della Rsu e della Rls è entrato a lavorare alla Scavolini 13 anni fa. Attualmente si trova nel reparto resi clienti. “Io lavoro per una grande azienda – afferma – e non riesco a paragonarmi ai colleghi delle realtà produttive più piccole. Se dovessi dare un punteggio al lavoro e a quanto incide nella mia vita direi 8. Perché? Perché il tempo passato in fabbrica mi impedisce di dedicarmi ad altre passioni che ho nella vita”.
“La mia paura principale è rivolta ai più giovani e a tutte queste tipologie di lavoro che non gli permetteranno mai di arrivare ai 42 anni di contribuzione. Ritengo la legge di riforma delle pensioni una vera porcheria, per noi che lavoriamo e per i giovani che devono ancora entrare nel mono del lavoro. Questa crisi che sembra infinita, anche se non mi ha lasciato in mezzo ad una strada, mi ha costretto a modificare certe abitudini, a rinunciare al secondo figlio dal momento che mia moglie è precaria.
“Io penso che quando il sindacato chiama, noi dobbiamo rispondere in massa e scendere in piazza senza preoccuparci di perdere la retribuzione della giornata. Ciò che chiedo al mio sindacato, alla Cgil, è di scendere a compromessi ma entro certi limiti, cioè senza snaturarsi. Sono assolutamente contrario alle forzature e resto dell’idea che in certe condizioni è meglio non firmare. Un ultimo punto che mi preme far presente alla Cgil riguarda i contratti nazionali sottoscritti dalle categorie. Capita spesso che in essi siano delegate materie molto delicate alle Rsu”.