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Le Olimpiadi di Londra 2012 non sono tutte rose e fiori. Mentre i giochi olimpici sono ai nastri di partenza - infatti - tornano a farsi sentire le associazioni in difesa dei diritti dei lavoratori. Con particolare riferimento ai gadget olimpici, che vengono prodotti in Cina.
La denuncia è arrivata nei giorni scorsi dalla Sacom, l'organizzazione per i diritti dei lavoratori cinesi che già aveva reso pubblica la vicenda Foxconn, la fabbrica di Apple che sottoponeva i dipendenti a condizioni di lavoro disumane. Stavolta Sacom si concentra sugli abusi olimpici, portando esempi concreti: due lavoratori della provincia del Guangdong per relizzare i gadget di Londra hanno cumulato "120 ore di straordinari in un solo mese" esposti a "sostanze chimiche nocive". Obiettivo: produrre le due mascotte delle Olimpiadi, Wenlock e Mandeville.
L'azienda olimpica Key Pine - spiega la Sacom - si è infatti affidata a due compagnie di Hong Kong per produrre i gadget. In un rapporto pubblicato sul sito, l'organizzazione accusa il comitato olimpico: il London Organising Committee "si vanta dei suoi codici etici solo a parole", si legge, mentre "a conti fatti non c'è nessun impegno nell'applicazione delle norme sui diritti del lavoro".
"Le violazioni sono moltissime", aggiunge Sacom. Tra queste, alcuni lavoratori sono stati costretti a lavorare in ambienti nocivi all'interno delle fabbriche, alcuni di loro hanno dovuto acquistare autonomamente maschere facciali per non inalare flussi di vernice.
"Altri - aggiunge ancora il rapporto - hanno ricevuto mezza giornata di stipendio solo per essere arrivati con cinque minuti di ritardo sul posto di lavoro, quando sono stati costretti a fare turni estenuanti, fino alla mezzanotte, per poi ricominciare l'indomani alle 8 del mattino".