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L'economia lombarda, come quella italiana, dà segnali di crescita ma è ancora instabile e, soprattutto, lontanissima dai livelli precedenti allo scoppio di un'ormai lunghissima crisi. E' quanto si evince dal Report della Cgil Lombardia sul terzo trimestre 2015. Al riguardo Massimo Balzarini, della segreteria della Cgil Lombardia, sottolinea come “i dati di ripresa ci dicono che c’è crescita, ma siamo ancora distanti dai livelli pre-crisi e da quelli europei. Gli indicatori economici confermano la ripresa nel debole aumento di Pil e della produzione industriale, ma questi sembrano frutto più di eventi congiunturali che di una ripresa strutturale".
"Anche sul fronte del mercato del lavoro – prosegue Balzarini - i dati della crescita occupazionale non attestano creazione di nuova occupazione ma sono piuttosto legati alla trasformazione di rapporti di lavoro preesistenti”.
Il Rapporto sottolinea come per la Lombardia i segnali siano “tecnicamente migliori rispetto al recente passato, ma più preoccupanti se comparati con gli altri paesi europei. La crescita economica rimane più bassa della media europea nel 2015 e nel 2016. La distanza dall’Unione Europea nel 2015 e 2016 è pari a 0,5 punti di Pil. Il Pil della Lombardia dovrebbe crescere dell’1,3% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016”.
“La dinamica dei consumi come la dinamica degli investimenti della Lombardia – si legge sempre nell'indagine - incidono solo in parte sulla dinamica delle imprese lombarde. Come già ricordato la dinamica delle importazioni è superiore a quella delle esportazioni”.
Quanto alla produzione industriale, non manifesta alcun segnale di controtendenza: “Rimane sostanzialmente stabile a quella del 2014. Quella nazionale è 15 punti più bassa rispetto al periodo pre-crisi, rispettivamente 107,8 nel 2008 e 82,3 nel 2015. Non è diversa la situazione della Lombardia, ancorché migliore della media nazionale. All’inizio della crisi la produzione industriale era prossima a 108, ma nel terzo trimestre del 2015 è ancora molto lontana dai livelli pre-crisi: 98".
"L’unico segnale positivo, almeno per la Lombardia, è il leggero vantaggio della produzione di beni strumentali rispetto ai beni intermedi e di consumo, rispettivamente 3,2%, 1,6% e 0,5% - III trimestre 2015 -, ma la distanza dalla media europea condiziona il giudizio, e ricorda che la regione ha perso base produttiva non marginale nella creazione di valore aggiunto”.
L'impossibilità di creare nuovo lavoro. Un problema da risolvere
L'occupazione
Il problema dell’Italia e della Lombardia, spiega il Report lombardo, è “l’incapacità, sarebbe molto più corretto dire 'impossibilità', di creare nuovo lavoro o almeno in misura equivalente al lavoro perso”. I dati mensili provvisori sul mercato del lavoro in Italia pubblicati dall'Istat riguardo a settembre 2015 “confermano la lenta crescita dell’occupazione con una dinamica del mercato del lavoro che accompagna il ritorno in zona positiva della crescita del Pil.
Nella mancanza di dati trimestrali (sia per il livello regionale che per quello nazionale) i dati delle comunicazioni obbligatorie in Lombardia mostrano un terzo trimestre con una dinamica occupazionale, sia in termini di avviamenti che di cessazioni, più forte rispetto al terzo trimestre 2014, anche se con un saldo leggermente negativo”.
“Sia a livello nazionale che a livello regionale – conclude la Cgil Lombardia - i dati confermano che vi è ancora forte incertezza sulla stabilità della crescita; sono ancora molti i processi di crisi e di riorganizzazione settoriale in corso che interessano il mercato del lavoro in maniera diretta”.