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Fim, Fiom e Uilm della Lombardia esprimono grande preoccupazione per l'emergenza dovuta al diffondersi del Coronavirus. “Dalle fabbriche metalmeccaniche lombarde continuiamo a ricevere segnalazioni che confermano una situazione che inizia a diventare ingestibile”, scrivono in una nota i segretari generali Andrea Donegà, Alessandro Pagano e Vittorio Sarti.
I sindacati ritengono “urgenti e necessarie iniziative immediate, sistematiche e coordinate a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, in tutte le imprese metalmeccaniche della regione. A oggi, infatti, registriamo in molti luoghi di lavoro l’estrema difficoltà di veder rispettate, da parte delle aziende, le disposizioni previste dai diversi Dpcm per il contenimento dell’infezione da Coronavirus”.
Questa situazione, continua la nota, “genera grande paura e forti tensioni tra le persone e una diffusa e giustificata richiesta di astensione dal lavoro. Infatti, sono già in atto, da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, crescenti e comprensibili forme di auto-abbandono del lavoro che non potranno che estendersi”.
I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, “insieme a tutte le strutture territoriali e ai delegati di fabbrica, continueranno ad attivarsi nelle singole aziende per ottenere la sospensione dell’attività lavorativa o, dove questo non sia praticabile, un significativo rallentamento della produzione e quindi della presenza di lavoratrici e lavoratori, fino al persistere della situazione di emergenza, utilizzando gli ammortizzatori sociali legislativamente disponibili e, ove se ne conviene, gli strumenti previsti dai Ccnl”.
“Saremo determinati e inflessibili. Verificheremo che le aziende siano in grado di garantire la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori secondo quanto stabilito dal Dpcm e dalle istituzioni sanitarie preposte. Qualora dovessimo riscontrare l’assenza di tali condizioni, andranno valutate tutte le iniziative sindacali di contrasto, finanche la richiesta di intervento delle autorità preposte”.
Da notare che, sempre nella giornata di oggi, Confindustria Lombardia, dopo aver garantito un impegno delle aziende a migliorare la prevenzione, in una nota aveva invece giudicato "indispensabile la necessità di tenere aperte le aziende, dando continuità a tutte le attività produttive e alla libera circolazione delle merci”, in quanto “interrompere oggi le filiere significherebbe perdere il mercato di appartenenza e chiudere imprese di territori a forte vocazione export vuol dire dare all'estero un segnale di mancata capacità produttiva difficile da recuperare nel breve periodo”.