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Si fermano oggi (venerdì 30 settembre) per l’intera giornata i lavoratori del settore merci, logistica e cooperative della Lombardia. Nella mattinata, a partire dalle ore 10.30, si tiene un presidio regionale a Milano, davanti alla Prefettura (in corso Monforte), per chiedere regole, diritti e legalità. A indire la protesta sono i sindacati dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil, che definiscono “inaccettabile” la morte dell’operaio che lavorava presso la Gls di Piacenza avvenuta nella serata di mercoledì 14 settembre durante una protesta sindacale.
“Al di là della dinamica dei fatti sui quali va fatta piena luce rapidamente – si legge nel comunicato – è l’ennesimo e gravissimo episodio che interessa il settore della logistica”. Altrettanto inaccettabile, per le tre sigle, “è l’ultimissimo caso di violenza che ha coinvolto un delegato della Fit Cisl solo per avere appeso il volantino di proclamazione dello sciopero del 30 settembre”. Da tempo il sindacato denuncia le condizioni di grande precarietà e criticità di un settore strategico. “Ma il silenzio assordante delle aziende e delle istituzioni – prosegue il comunicato – rischia di renderle responsabili di un sistema produttivo opaco che nasconde, dietro le grandi multinazionali del settore, una ramificazione di appalti e subappalti gestiti spesso da finte cooperative con condizioni da terzo mondo e con grandi volumi di capitali in circolazione”.
Un sistema che “attrae soggetti imprenditoriali in cerca di facili guadagni, determinati anche attraverso una diffusa evasione fiscale e contributiva, nonché dall’utilizzo di forme di caporalato di fatto e, come si evidenzia dalle tante inchieste, che si presta come terreno fertile per le infiltrazioni della criminalità organizzata”. Da qui la richiesta a tutte le istituzioni di costruire “un sistema di regole e di vigilanza che non costringa i lavoratori alla disperazione, in balia di chi cavalca la rabbia per propri scopi di visibilità, a scapito delle leggi che tutelano il diritto dei lavoratori a scioperare rispettando le regole. Resta imprescindibile un confronto urgente con gli organi preposti all'ordine pubblico, le prefetture e le istituzioni a livello regionale”.