Presidio sotto il Comune di Livorno dei lavoratori e le lavoratrici delle case famiglia per proseguire la protesta contro i tagli al servizio e all'occupazione previsti nel nuovo bando di gara, ottenendo un consiglio comunale aperto. I sindacati sono da settimane sul piede di guerra e a nulla sono valsi i tentativi di dialogo con l'Amministrazione per evidenziare le criticità che il bando, così com'è costruito, contiene.
A palazzo civico era in corso, in contemporanea, la conferenza dei capigruppo del consiglio comunale, con cui i sindacati e una rappresentanza di lavoratori hanno chiesto di parlare, ma è stato impedito loro l'accesso “Un fatto gravissimo – commenta la Funzione Pubblica Cgil provincia di Livorno – i lavoratori, per la maggior parte madri di famiglia, si sono visti impedire l'accesso a Palazzo Civico, nella casa di tutti, accolti da un cordone di sicurezza di vigili urbani”.
Dopo attimi di tensione, dopo che i lavoratori e cittadini livornesi si sono visti negare l'accesso in Comune, l'incontro con i capigruppo si è svolto in strada “Ai capigruppo – sottolinea la Fp - abbiamo nuovamente chiesto ciò che avevamo chiesto in commissione, il ritiro del bando in autotutela per aprire un confronto nel merito”.
Mentre l'opposizione sostiene la posizione dei sindacati, il capogruppo di maggioranza, nel confronto con le lavoratrici in delegazione, ha cercato di sostenere gli aspetti positivi del bando. “Non è riuscito a convincerci, in quanto le affermazioni del capogruppo del Movimento 5 Stelle non erano supportate da dati concreti – prosegue la Funzione Pubblica – restano invariate tutte le nostre perplessità e preoccupazioni e la protesta degli operatori non accenna a placarsi”.
Per il momento i sindacati cercano di tenere moderati i toni della discussione e hanno accettato di essere auditi, insieme ai lavoratori, in consiglio comunale “Siamo soddisfatti che ci venga data la possibilità di un confronto – conclude la Fp – ma in assenza di un dialogo costruttivo, il livello dello scontro si alzerà inevitabilmente, in quanto è inaccettabile tagliare un servizio rivolto a minori con disagi e, contemporaneamente, ridurre l'occupazione”.