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"Il governo deve metterci nella condizione di capire. Apra il confronto con noi e spieghi chiaramente se esiste una strategia capace di disegnare un futuro per l'Ilva o se tutto sarà lasciato al mercato". A dirlo è il segretario della Cgil Taranto Giuseppe Massafra, commentando all'agenzia di stampa Agi la pubblicazione dell'avviso internazionale che sollecita la presentazione di manifestazioni di interesse verso otto aziende del gruppo in amministrazione straordinaria. Non siamo contrari a priori a interventi da parte di privati, spiega Massafra, si tratta solo “di buon senso e di maturata esperienza pagata proprio sulla pelle di quei lavoratori e di questa comunità. Il bando di evidenza pubblica rischia di riconsegnare alle logiche del mero profitto, quelle che hanno già prodotto inquinamento, morte e difficili condizioni di lavoro, la sorte di 15 mila famiglie e di un intero territorio che ora torna a essere solo, esposto e lasciato al proprio destino".
Due anni e mezzo sono passati, continua il segretario Cgil, nell'illusione “che lo Stato non avrebbe lasciato soli gli operai diretti e dell'indotto. Oggi, invece, anche a causa delle procedure d'infrazione messe in cantiere dall’Unione Europea, si accelera verso una vendita dello stabilimento che appare fatta al buio". Il futuro, insomma, non sembra promettere nulla di buono: se a rilevare le aziende sarà una cordata italiana, c’è il rischio di "non avere le risorse necessarie per completare il piano di risanamento ambientale e intervenire con le necessarie innovazioni per riportare gli adeguati livelli di produttività, salvaguardando i livelli occupazionali"; se invece si presentasse una cordata straniera, conclude Massafra, c’è il rischio che "le multinazionali estere siano interessate, più che al rilancio dello stabilimento, a liberare il mercato da un possibile concorrente".