Durante il mese di agosto le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fast mobilità, Ugl Taf e Orsa della Liguria hanno proclamato uno sciopero per il 24 settembre in alcuni settori del trasporto ferroviario, in particolare la manutenzione rotabili, la manovra nelle stazioni e nei depositi, gli equipaggi e gli appalti delle pulizie. L’esito del confronto sindacale, avviato al termine delle vacanze estive, nell’alveo delle procedure previste dalla legge sullo sciopero nei servizi pubblici, ha prodotto alcuni accordi che hanno permesso la sospensione dello sciopero e l’avvio di una serie di incontri sui temi specifici. La vertenza aperta da anni sul grave problema delle aggressioni contro il personale di front line si è sviluppata sia ai tavoli aziendali territoriali che nazionali, interessando anche il ministero degli Interni, le Prefetture e l’Assessorato ai trasporti.
"Nel ribadire che un problema di ordine pubblico causato da una condizione di grave degrado sociale non può essere risolto con gli strumenti sindacali - scrivono i sindacati - abbiamo chiesto ad azienda e istituzioni una maggiore attenzione al fenomeno, ottenendo alcuni interventi utili a lavoratori e cittadini che utilizzano il treno. Si sono raggiunte intese nazionali e territoriali sulle videosorveglianze a bordo treno e sulle squadre di anti evasione. Si è aperto un percorso al ministero degli Interni con proposte di interventi concreti e, fra gli altri, un maggior coinvolgimento della Polfer, con una richiesta forte di garantire la copertura della convenzione tra Polfer e Trenitalia, tanto pubblicizzata ma attualmente insufficiente per le carenze di organico di quel settore", proseguono le segreterie regionali.
"Lo sciopero proclamato nel settore delle pulizie dei treni regionali è rientrato grazie all’accordo raggiunto anche sull’anticipazione delle integrazioni salariali da parte dell’appaltatore, ma resta alta l’attenzione su tutti gli appalti ferroviari, martoriati da ribassi d’asta eccessivi, riduzione degli ammortizzatori sociali, e la scelta inaccettabile da parte di una committenza a controllo totalmente pubblico di fare cassa attraverso le gare di appalto, senza considerare le ricadute sociali delle scelte praticate sugli appalti dei servizi", concludono i sindacati.