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Sedici anni fa veniva licenziato ingiustamente, ed è ancora in attesa di reintegro e risarcimento. Nella mattinata di domani (venerdì 4 febbraio) proverà per la seconda volta a effettuare un pignoramento risarcitorio. L’uomo è il vetrinista Carmelo Cocuzza, il luogo dove proverà a entrare è la base Usa di Sigonella (Catania). L’ex dipendente si presenterà alle ore 11 affiancato dal suo legale, l'avvocato Concetta La Delfa e al seguito dell’ufficiale giudiziario e dei Carabinieri, per realizzare un pignoramento per ordine della giustizia italiana (con sentenza definitiva di Cassazione), per una cifra considerevole che dovrà essere saldata dagli Stati Uniti.
Carmelo Cocuzza è già al secondo tentativo. Il primo, risalente allo scorso 12 febbraio, è stato interrotto solo perché il comandante di Sigonella si era impegnato per iscritto davanti a un colonnello dell’Aeronautica militare italiana, ai Carabinieri e all’ufficiale giudiziario, a risolvere il problema in tempi rapidi. Ai militari era stata accordata dunque un’ulteriore possibilità di dialogo, che purtroppo a oggi non è stata recepita nei fatti. Al momento, nonostante i legali delle due parti si siano confrontati e nonostante i vertici della base siano stati ampiamente informati del pignoramento, da parte degli Stati Uniti non si registra alcuna novità.
“È in gioco il rispetto della giustizia italiana, che ha deciso che un lavoratore nostro connazionale venga risarcito e anche reintegrato nel posto di lavoro” spiegano la segretaria generale Filcams Cgil Catania Margherita Patti e il segretario generale della Cgil catanese Giacomo Rota: “Ma è anche in gioco il rispetto delle leggi italiane e dei diritti di una persona che oggi, a 50 anni, deve ancora fare i conti con spiacevoli ritardi e incomprensioni. Siamo solidali con Cocuzza e rimarremo al suo fianco, come abbiamo sempre fatto. Ci auguriamo che domani non si ripetano episodi che amareggiano chi crede nella democrazia, e ancor meno che si tramutino addirittura in azioni spiacevoli”.
La Filcams Cgil, in conclusione, ribadisce la necessità di proseguire “la battaglia per la libertà di scelta sindacale, delle lavoratrici e i lavoratori delle basi Usa e Nato, cui non viene riconosciuto il diritto costituzionale perché il contratto collettivo di lavoro (articolo 2 comma 1) nega il diritto all’iscrizione alla Filcams Cgil, impedendo al sindacato di trattare con il datore di lavoro”.