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Un “licenziamento mascherato”. Così i sindacati definiscono il trasferimento dal 1° ottobre di 51 lavoratori dal Centro operativo di controllo di Air Italy di Olbia (Sassari) a Malpensa. Lo spostamento del personale di terra della compagnia aerea sarda, nata dalla fusione con Meridiana e controllata dalla Aqa Holding (joint venture di Alisarda e Qatar Airways), è fortemente avversato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo, che hanno indetto per oggi (lunedì 10 settembre) lo sciopero di quattro ore (dalle ore 10 alle 14) dei dipendenti. A sostegno della protesta scendono in campo anche le istituzioni locali: l’amministrazione della città ha convocato sempre per oggi (alle ore 10) un consiglio comunale aperto, all'ordine del giorno il ridimensionamento strategico dell'aeroporto e le ricadute territoriali.
I sindacati denunciano, oltre ai “licenziamenti mascherati da trasferimenti”, anche la sostanziale “delocalizzazione” delle attività finora realizzate in Sardegna, che aprirebbe le porte alla definitiva migrazione della base operativa e commerciale della compagnia aerea nell’aeroporto lombardo. “L’azienda ritiri i 51 trasferimenti del personale di terra. I dipendenti possono materialmente continuare a prestare la propria opera dall’attuale sede di lavoro, senza oneri a carico dell'azienda e alcun pregiudizio funzionale”, commenta il segretario generale della Filt Cgil regionale Arnaldo Boeddu, aggiungendo che ancora si attende “la convocazione al ministero dello Sviluppo economico, come stabilito nell’ultimo incontro del 31 luglio scorso”.
Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl temono che la riduzione della forza lavoro in Sardegna possa essere “solo una fase propedeutica che nel corso del tempo andrebbe ad ampliare la platea dei trasferimenti. Ciò costituirebbe un indebolimento per l’intero sistema del trasporto aereo sardo, che invece va rafforzato e potenziato”. I sindacati condividono l’esigenza della compagnia “che l’hub principale di riferimento, per lo sviluppo dell'azienda, debba essere lo scalo di Malpensa, ma tale crescita deve riguardare tutti gli hub, compreso la Sardegna”. La scelta di Air Italy, nei fatti, per le categorie del trasporto aereo “trasformerebbe i trasferimenti in veri e propri licenziamenti, su un territorio che ha già dato tantissimo sotto il punto di vista dei sacrifici occupazionali, anche nello specifico dell'azienda in questione, al momento della fusione di Meridiana e Air Italy”. Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl evidenziano anche che “in questi anni la compagnia ha beneficiato di ammortizzatori sociali a carico della collettività, proprio allo scopo di favorire un percorso di rilancio dell'occupazione nel territorio sardo”.
Ad acuire la tensione è anche arrivata la decisione di Air Italy di ri-acquisire dopo otto anni Meridiana Maintenance (ossia l’hangar di Olbia e le relative attività di manutenzione degli aerei). L’operazione è in realtà un trasferimento di ramo d'azienda, realizzata nell’ambito della riorganizzazione dovuta all'ingresso di Qatar Airways in Air Italy. L’azienda ha assicurato che i 219 lavoratori manterranno il posto e l’attuale contratto. “La decisione rappresenta la fine dell'ambizioso progetto del polo manutentivo, mai decollato per incapacità del gruppo dirigente”, riprende Boeddu: “L'aeroporto di Olbia, grazie a Meridiana Maintenance, sarebbe dovuto diventare un punto di riferimento nel Mediterraneo per tutte le compagnie aeree. Era un progetto con grandi potenzialità economiche e sociali, ma ora è soltanto un'altra occasione mancata”.