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Una nuova azione legale contro i “licenziamenti ingiustificati” e oggi (martedì 17 ottobre) lo sciopero dei dipendenti di Roma e un presidio presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. Non accenna a placarsi la protesta di Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni contro la recente decisione di Sky di declassare la sede romana a “ufficio di corrispondenza”, che ha portato a 63 licenziamenti, 86 trasferimenti a Milano e 33 uscite incentivate (cui si aggiungono cinque casi ancora non risolti di lavoratrici in maternità o in ferie matrimoniali). Il sit-in si tiene in occasione della convocazione da parte del ministero del “tavolo Roma”, cui partecipano il Comune e la Regione Lazio, per affrontare le tante vertenze aperte nella capitale.
In assenza di una risposta concreta, avvertono i sindacati, seguirà “una mobilitazione nazionale contro la riorganizzazione che ha portato a trasferimenti forzati e licenziamenti sul territorio nazionale, e al pressoché svuotamento totale del sito di Roma”. Slc, Uilcom e Ugl Telecomunicazioni, dopo aver ricordato che Sky Italia è stata già condannata il 22 agosto scorso, nell’ambito della “riorganizzazione”, per attività antisindacale dal tribunale di Roma, annunciano che nei prossimi giorni avvieranno “ulteriori iniziative di carattere legale atte a contrastare l’inaccettabile comportamento” della multinazionale.
“Abbiamo annunciato un’azione legale unitaria con Cisl e Uil contro i licenziamenti, estesi anche a quei dipendenti che avevano dato la loro disponibilità a trasferirsi da Roma e Milano. Quello aziendale è un comportamento che a noi non sembra lineare”. Così nei giorni scorsi il segretario generale della Slc Cgil Fabrizio Solari, in un’intervista realizzata da RadioArticolo1. L’esponente sindacale ha poi rimarcato l’esistenza “di un problema che riguarda gli assetti tra Roma e Milano, esteso anche a Mediaset, a molti call center, a Ericsson. Assistiamo a una fase di ristrutturazione profonda del settore delle telecomunicazioni e la via scelta è quella più breve: i licenziamenti. Credo che questo dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto gli amanti del Jobs Act, che dovrebbero rendersi conto che con l’entrata in vigore dei nuovi ammortizzatori sociali c’è qualcosa di serio che non funziona”.
La trattativa con l’azienda, iniziata dieci mesi fa, si è quindi conclusa ai primi di agosto con un mancato accordo, cui sono seguiti i licenziamenti. “Sono stati mandati via – aggiungono Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni – anche quei lavoratori che avevano dato disponibilità al trasferimento a Milano, caricandosi il peso di sradicare le proprie famiglie pur di non perdere il lavoro. Segno chiaro del fatto che l’azienda pretendeva, nella procedura collettiva di licenziamento, di determinare da sola coloro che dovevano essere ricollocati o licenziati, non rispondendo a quanto prescritto dalla norma a tutela dell’occupazione (anzianità contrattuale, carichi familiari e condizioni di difficoltà economica)”. I sindacati rimarcano anche di aver “proposto variegate soluzioni alternative, sia in sede aziendale sia in tutte le sedi istituzionali, pur di scongiurare i licenziamenti, nonostante lo spostamento di Sky Tg 24 da Roma a Milano. Siamo arrivati a indicare soluzioni per le singole posizioni: tutte scelte percorribili e senza ulteriori aggravi di costi, che hanno incontrato la totale chiusura di Sky”.