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Presentato oggi (29 novembre) a Roma, nella sede della Cgil nazionale, il 14° Rapporto sui diritti globali dal titolo: “Fortezza Europa, polveriera mondo”, edito da Ediesse. Il titolo scelto quest'anno, come si legge nella prefazione del volume, “è indicativo delle tante e intrecciate questioni che stanno riverberando pericolosamente sul Vecchio continente e sull'Unione”. Non solo. Il volume 2016 approfondisce anche le riforme del lavoro italiana e francese, da cui si ricava un giudizio documentato e critico, che “non va disgiunto dall'indicazione di un'alternativa, culturale prima ancora che normativa o semplicemente economica”.
Gli scenari che emergono dal Rapporto, scrive nella sua prefazione il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, evidenziano “come gli approcci economici siano ancora segnati dal neoliberismo”, ma pure le crescenti contraddizioni e le chiusure protezionistiche che segnano gli Stati Uniti e l’Europa, mentre ancora si devono delineare le conseguenze della Brexit, di potenziale e ancora non compresa gravità.
Le politiche liberiste, nonostante portino la responsabilità della crisi tuttora in corso, continuano senza ripensamenti, né significativi correttivi da parte della governance globale, così che si è ulteriormente approfondita la ferita delle diseguaglianze e si estende tuttora l’area della povertà, che interessa in modo crescente larghe fasce dello stesso mondo del lavoro. Per questo, scrive Camusso, “è di fondamentale importanza reagire a queste politiche senza cadere nella risposta reazionaria e populista, ma avendo un progetto e una strategia credibile da contrapporre”.
Sono “preziose”, sempre a giudizio della numero uno di corso d’Italia, le analisi contenute nel Rapporto, poiché “mettono in chiaro, con lucidità e coerenza, le conseguenze ultime delle misure sul lavoro e la visione di società che traspare da quelle scelte”. Camusso rivendica la natura della confederazione da lei guidata quale “sindacato di proposta” e ricorda come la sua critica radicale al Jobs Act e il deciso contrasto alle norme sul lavoro siano stati accompagnati da un progetto alternativo di crescita, il Piano del Lavoro prima e la Carta dei diritti universali poi, tesi entrambi a un nuovo modello di regolazione del lavoro.
Tornando al titolo del 14° Rapporto, “Fortezza Europa, polveriera mondo”, i suoi curatori sottolineano come la destabilizzazione del Medio Oriente abbia drammaticamente aperto il vaso di Pandora. La guerra cominciata dall’amministrazione Bush nel 2003 ha prodotto, solo in Iraq, oltre un quarto di milione di morti, squilibrando progressivamente a catena tutta l’area, sino alla guerra siriana, divenuta, oltre che un mattatoio e un deserto di rovine, la causa principale delle ondate migratorie, che a loro volta stanno contribuendo a destabilizzare la già fragile Unione dell’Europa. La posizione geografica del continente – e, in esso, del nostro Paese – espongono immediatamente e inevitabilmente agli effetti e ai contraccolpi che l’imponenza dei flussi di profughi e migranti produce.
Le risposte comunitarie emerse in quest’anno non solo non hanno risolto o alleggerito il problema, ma lo hanno semmai moltiplicato, specie dal punto di vista della profonda lesione dei diritti umani. L’accordo stipulato da Bruxelles con la Turchia è innanzitutto immorale, dato che nel Paese di Erdogan sempre più la questione dei diritti umani sta diventando un’emergenza e un’evidenza che le istituzioni europee e il consesso internazionale fingono di non vedere. Ma risulta anche del tutto inefficace, laddove “l’esternalizzazione” – dietro compenso – delle frontiere europee, se ha ridotto gli arrivi di quanti sono costretti a fuggire dalla Siria a causa della guerra, non impedisce i flussi da altre rotte e provenienze.
Anche per questo, per una gestione fallimentare delle migrazioni, incapace di agire sulle cause (le guerre, il riscaldamento climatico, la crescita imponente delle diseguaglianze, l’accaparramento delle terre fertili e delle risorse da parte delle imprese multinazionali, lo strangolamento delle economie deboli da parte della grande finanza), il mondo e l’Europa sono sempre più scossi e messi a rischio dal ritorno delle piccole patrie e delle frontiere blindate, dai populismi contagiosi e avvelenati. “Mentre in alto il capitalismo neoliberista diventa sempre più globale e imperiale, in basso lo spaesamento diventa arroccamento identitario e perimetrazione egoistica”, si legge nell’Introduzione del Rapporto.
Il Rapporto è a cura dell'Associazione Società Informazione ed è promosso – come ogni anno – dalla Cgil, con la partecipazione di ActionAid, Antigone, Arci, Cnca, Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Gruppo Abele, Legambiente. Nel corso dell'iniziativa di presentazione sono intervenuti Fausto Durante, coordinatore area politiche internazionali Cgil; Paola Bevere, presidente Antigone Lazio; Marco De Ponte, segretario generale ActionAid Italia; Monica Di Sisto, portavoce Campagna Stop Ttip; Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale Legambiente; Sergio Segio, direttore di Associazione Società Informazione e curatore del Rapporto