“Lo stato sociale non è beneficenza, è un diritto. Rende più forte la democrazia ed è anche un elemento di sviluppo economico. È chiaro che mantenerlo e migliorarlo ha un costo però produce guadagno; smantellarlo, invece, significa finire per spendere molto di più”. Paolo Leon, intervistato dall’Unità subito dopo il suo intervento al Convegno “Cresce il welfare cresce l’Italia” è pessimista sugli effetti della riforma del mercato del lavoro, che non servirà certo ad aumentare l’occupazione.

“Deve aumentare la domanda di beni e servizi – spiega –, se si riduce il costo del lavoro ma il fatturato delle aziende non cresce, queste avranno forse più margini ma non maggiore vendita. E la disoccupazione continuerà ad aumentare, senza peraltro contare gli scoraggiati: per forza, mancano le politiche economiche. Del resto, il Pil diminuisce di due punti, le imprese abbandonano l'Italia, l'unico spiraglio di modesta crescita è che l'euro è un po' meno caro rispetto a un anno fa, il che favorisce le esportazioni. Forse serviranno un po' le liberalizzazioni, di certo potrebbe essere utile una diversa politica delle banche, in questo momento di diffuso strangolamento del credito: giusto l'altro giorno c'è stata una notevole immissione di liquidità da parte della Bee, non accompagnata però da un ‘consiglio’, un indirizzo alle banche su come usare i soldi. Finirà che investiranno in speculazioni finanziarie ... ”