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Il 21 febbraio è sarà sciopero generale di 8 ore di tutto il settore legno, arredo e industria. La decisione è arrivata dopo la rottura delle trattative con Federlegno per il rinnovo del contratto, scaduto il 31 marzo dellos corso anno e che interessa circa 150 mila lavoratori. A proclamare lo sciopero sono stati FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che si sono riunite venerdì 7 febbraio a Milano.
L’abbandono del tavolo da parte di Federlegno è “un atto gravissimo che dimostra lo scarso valore che attribuisce la controparte alle relazioni industriali”, dichiarano i segretari nazionali Pascucci, Federico e Fiorucci, che proseguono: "Negli 11 incontri svolti in 8 mesi di trattativa abbiamo sempre dimostrato la nostra disponibilità nel trovare soluzioni condivise alle esigenze delle imprese, senza avere mai avuto risposte positive su nessun titolo della nostra piattaforma”. Federlegno, da parte sua, “ha dimostrato dal primo momento la volontà di perseguire un modello di impresa basato non sulla qualità del lavoro, sugli investimenti, sulla professionalità e sul benessere organizzativo, ma sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro”.
Per i sindacati, questo vuol dire “proporre l’aumento smisurato della precarietà con percentuali ben oltre i limiti di legge, la stagionalità fuori controllo e rimettere in discussione l’accordo di interpretazione autentica sulla flessibilità degli orari di lavoro denota una mancanza di buon senso inaccettabile”. Inoltre, “mancano ancora le risposte su temi a noi cari come ambiente e sicurezza, formazione, diritti, bilateralità, welfare e aumenti retributivi. Su questi ultimi c’è stata solo la conferma del modello, senza nessuna certezza sulla quantità. È per questi motivi – concludono i segretari nazionali di Feneal, Filca, Fillea – che il 21 febbraio è in programma lo sciopero generale di tutto il settore, con modalità che definiremo nei prossimi giorni, mentre inizieranno da subito attivi e assemblee in tutti i luoghi di lavoro”.
Sull’interruzione della trattativa sono intervenuti anche i segretari generali delle tre categorie, Panzarella, Turri e Genovesi: “Altro che relazioni industriali partecipative, altro che scommettere sulla qualità del prodotto e sull’innovazione, altro che investimenti per sostenere le imprese più serie e competitive. Per Federlegno – accusano i sindacalisti - le aziende italiane del mobile e arredo possono vincere nel mondo solo aumentando precarietà e sfruttamento. I dirigenti della nostra controparte, come bambini capricciosi, quando al tavolo di trattativa hanno capito che avrebbero dovuto confrontarsi nel merito e che non avrebbero ottenuto quella totale precarizzazione dei rapporto di lavoro richiesta, hanno preso il pallone e se ne sono andati. Un comportamento irresponsabile e gravissimo che non possiamo tollerare”, concludono.