Il 28 ottobre Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno proclamato 8 ore di sciopero dei lavoratori del settore legno-arredo industria. La mobilitazione arriva dopo la rottura delle trattative con Federlegno e, soprattutto, a distanza di 7 mesi dalla scadenza del contratto. 

Il tavolo resta dunque in fase di stallo, con posizioni molto distanti tra aziende e lavoratori, visto che, come fanno sapere i sindacati, “Federlegno ha la pretesa di avere mano libera sugli orari di lavoro, volendo gestire la flessibilità in modo unilaterale, chiedendo di lavorare anche il sabato e la domenica”.

La proposta datoriale, in effetti, vorrebbe vede collegati i futuri aumenti salariali al tasso di inflazione, con il rischio concreto di cancellare gli aumenti in caso di inflazione inferiore alle previsioni. “Inoltre - dicono ancora Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil - i datori chiedono di aumentare il lavoro precario inserendo più contratti a tempo determinato e in somministrazione, vanificando in questo modo la contrattazione di secondo livello”.

I sindacati, dal canto loro, hanno richiesto di tenere in considerazione le esigenze dei lavoratori, “perché solo in un ambiente di lavoro sereno e rispettoso delle persone si possono raggiungere buoni livelli di produttività”. Per questo, però, “occorre gestire in modo condiviso le esigenze aziendali, compresa la flessibilità sugli orari di lavoro attraverso l'informazione alle Rsu, e con la contrattazione di secondo livello”. Sul piano del salario la richiesta dei sindacati è nella media dei contratti nazionali rinnovati in categoria, e cioè 70 euro per i Laterizi , 90 per il Cemento, 110 per i Lapidei.


"Questa settimana deve essere massimo lo sforzo di tutti i nostri dirigenti, Rsu, militanti ed iscritti, per la riuscita dello sciopero in tutte le aziende del legno, mobile, arredo. Obiettivo è portare FederLegno e le sue imprese associate ad una proposta salariale all'altezza delle giuste richieste dei lavoratori".  Così dichiarano in una nota Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, segretari generali di FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil.
"Non accetteremo stravolgimenti su orari e mercato del lavoro – continuano i dirigenti sindacali - difenderemo il secondo livello e la sua funzione di sostegno alla ripresa, difenderemo la funzione di autorità salariale del contratto nazionale, volano per la contrattazione di II livello e vera garanzia per l'80% di quei lavoratori che non hanno contrattazione aziendale. Un aumento salariale giusto, come quello da noi rivendicato, è essenziale non solo per difendere il potere di acquisto dei salari già colpiti dalla crisi e dall'aumento delle imposte nazionali e locali ma anche come leva per rilanciare i consumi interni e spingere le imprese ad investire in innovazione, oltre la leva competitiva della sola compressione del costo del lavoro".


"Anche per questo - concludono i leader dei sindacati degli edili – la nostra battaglia è comune a quella che, unitariamente, stanno portando avanti altre categorie, dai tessili al pubblico impiego, fino ai metalmeccanici, in totale oltre 11 milioni di lavoratori ancora senza contratto, certi che comune deve essere l'obiettivo. Siamo pronti a cogliere ogni sfida positiva in termini di innovazione e nuovi bisogni dei lavoratori e delle imprese più serie, ma contrari a far passare surrettiziamente un modello dove i salari siano sganciati dalle dinamiche di settore, contrari allo svilimento della funzione della contrattazione collettiva".

Lo sciopero del 28 ottobre sarà accompagnato da iniziative di protesta in tutta Italia. A Forlì è prevista una una manifestazione regionale davanti alla sede di Unindustria Forlì-Cesena, a partire dalle ore 9,30. In Friuli Venezia Giulia, dove al rottura della trattativa interessa circa 10mila dei 18mila lavoratori dipendenti dei comparti, la mobilitazione sarà invece accompagnata da una manifestazione unitaria dei sindacati di categoria a Udine. In Umbria lo sciopero sarà organizzato con presidi davanti  alle  aziende Margaritelli Miralduolo a Torgiano,  Iisa di Bastia Umbra e Knoll di Foligno. Ci sarà poi una  manifestazione interregionale a Pesaro per i lavoratori di tutte le altre aziende. In Lombardia ci saranno poi presidi territoriali presso cui confluiranno le lavoratrici e i lav oratori delle fabbriche del Legno con presidi, conferenze stampa e volantinaggi, a Bergamo, a Brescia e in Val Camonica, a Monza e in Brianza, a Milano, Como, Lecco, Mantova, Cremona e Pavia.