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C'è l'accordo tra sindacati e Federlegno per il nuovo contratto nazionale del settore legno arredo industria che coinvolge circa 250mila lavoratori. Positiva la valutazione dei sindacati, che definiscono l’intesa innovativa e rispondente alle richieste della piattaforma presentata a ottobre dell'anno scorso. “Grazie alle iniziative messe in campo in questi mesi insieme alle lavoratrici e ai lavoratori del settore – dichiarano Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil – siamo riusciti a respingere le irricevibili proposte avanzate inizialmente da Federlegno su aumenti salariali e lavoro flessibile e a prevedere, nonostante l’assenza di un nuovo modello contrattuale, un diverso metodo di calcolo dei minimi salariali, attuando in tal modo la proposta contenuta nel documento di Cgil, Cisl e Uil uscendo dalla logica del recupero del potere d'acquisto basato solo sull'inflazione. Per la prima volta si introduce il concetto di benessere organizzativo mettendo al centro i lavoratori quali risorse principali per le imprese”.
Gli aumenti salariali ipotizzati nel triennio saranno pari a circa 75 euro a livello AE1 e 99 euro a livello medio AS1 in base al nuovo metodo di calcolo salariale che si baserà su due criteri. “Con il primo – spiegano i sindacati – si prevede una tranche di aumento fisso mensile, senza alcuna verifica, per rilanciare la domanda interna e favorire così l'aumento dei consumi, pari a 35 euro al parametro 100 e 46,90 al parametro medio, mentre con il secondo verranno erogate due tranche, gennaio 2018 e gennaio 2019, per il recupero del potere d'acquisto utilizzando l'indice inflattivo Ipca generale che tiene conto anche dei costi energetici”.
Sul versante del welfare integrativo i sindacati fanno sapere che sono stati ottenuti importanti risultati per quanto riguarda la sanità integrativa e la previdenza complementare, con aumenti a totale carico dell’azienda sia del contributo al Fondo Altea, pari a 5 euro che si aggiungono ai 10 già previsti, che del contributo al Fondo Arco pari allo 0,30% a regime (totale 2,10%, completamente a carico delle aziende). A partire da gennaio 2017 verrà inoltre incrementato di 5 euro mensili l’elemento di garanzia retributiva (che si aggiungono ai 13 euro attuali, per un totale di 216 euro annui) che si applica alle aziende prive di contrattazione aziendale.
Per quanto riguarda gli orari di lavoro viene previsto un aumento delle ore (112) che conferma la precedente normativa e prevede percentuali di maggiorazione che vanno dal 14 al 20%. In tal modo – spiegano i segretari – abbiamo respinto completamente la posizione di Federlegno che obbligava al lavoro di sabato e domenica mirando ad una piena deregolamentazione e svuotando il ruolo della RSU. In quanto alle regole del mercato del lavoro è stato regolato positivamente l'apprendistato così come siamo riusciti a mantenere le percentuali previste per legge sui contratti a temine e in somministrazione, sui quali si terrà annualmente un incontro a carattere informativo con le rappresentanze sindacali”-
Vi sono poi altri aspetti importanti come le 16 ore di formazione per i lavoratori che opereranno per la prima volta in un cantiere e ulteriori 8 ore annuali sulla sicurezza nel cantiere. Prevista inoltre la certificazione del lavoro notturno e chiarita l’utilità dei periodi di congedo parentale ai fini della maturazione del Tfr. Ora la parola passa ai lavoratori, chiamati ad esprimere il proprio parere sull'ipotesi di accordo entro febbraio 2017. Il contratto avrà validità triennale: dal primo aprile 2016 al 31 marzo 2019.
“Con questa firma la stagione dei rinnovi contrattuali compie un altro passo in avanti, confermando che tali scadenze non sono mai state alternative al confronto sulla riforma del modello contrattuale, che prosegue sui diversi tavoli e avviato da pochi giorni anche con Confindustria”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. “I contenuti dell'intesa sottoscritta dalle categorie - prosegue Camusso - vanno esattamente nella direzione della linea proposta da Cgil Cisl e Uil con il documento unitario presentato all'inizio dell'anno". Il segretario generale della Cgil spiega che "sia le soluzioni individuate per le materie economiche, che colgono l'obiettivo della certezza degli incrementi salariali già a partire da gennaio del prossimo anno, sia quanto introdotto nelle normative in materia di organizzazione del lavoro, dimostrano la possibilità di tenere insieme l'esigenza di un rilancio della domanda interna, ai fini di un rilancio della crescita, che il bisogno di innovazione di cui necessitano i nostri settori produttivi per competere in qualità e sicurezza”.
“Tale intesa – conclude Camusso – deve contribuire a dare maggiore forza, per procedere al rinnovo degli altri contratti ancora scaduti, a partire da quelli dei settori pubblici e del terziario, confermando la funzione strategica della contrattazione collettiva per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e quale motore per contribuire allo sviluppo, assieme agli investimenti, dei quali, sempre più urgentemente, necessita il nostro apparato produttivo e dei servizi”.