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"Segnaliamo l'assoluta necessità che nella Legge di bilancio, di prossima emanazione, vengano individuate soluzioni positive rispetto a temi che oggi riguardano il lavoro 'flessibile' e che rivestono un carattere di vera e propria emergenza". È quanto si legge in una lettera inviata da Cgil, Cisl e Uil al ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia e al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, in cui le organizzazioni sindacali chiedono un intervento per salvaguardare l'occupazione dei precari impiegati nei settori pubblici.
Nella missiva, a firma dei segretari confederali Serena Sorrentino (Cgil), Maurizio Bernava (Cisl) e Antonio Foccillo (Uil), si lancia l'allarme sull'attuale situazione dell'altissimo livello di precarietà esistente nelle Pubbliche Amministrazioni, generato da un uso non regolato del lavoro flessibile. In particolare, si fa riferimento "alla scadenza, il 31 dicembre prossimo, dei circa duemila contratti a tempo determinato alle dipendenze delle Province e dei Centri per l'impiego", alla "scadenza imminente della proroga degli assegni di ricerca, circa 16 mila", e a quella, a fine 2018, "di tutti i contratti a tempo determinato attivi nei diversi comparti delle Pubbliche Amministrazioni", quantificabili in 80 mila unità.
Inoltre Sorrentino, Bernava e Foccillo ricordano che il futuro di 36 mila lavoratori co.co.co è messo a rischio dalla previsione delle nuove norme che vietano alle Pubbliche Amministrazioni, dal primo gennaio 2017, "di stipulare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa". I segretari confederali ritengono che la “traumatica conclusione” di questi contratti può essere evitata facendo prevalere sul dlgs 81/2015 l’attuazione della delega ex art. 17 della legge 124/2015, che nell’ambito del riordino della disciplina del lavoro nella Pa, “anche al fine di prevenire il precariato”, prevede l’individuazione di “limitate e tassative fattispecie” flessibili.
Per quanto riguarda i contratti tempo determinato ultratriennali, nella lettera si ricorda che "le recenti pronunce della Corte di giustizia dell'Unione europea e della Corte Costituzionale rendono non più praticabile la semplice disciplina della proroga". Per Sorrentino, Bernava e Foccillo non può essere quindi questa la soluzione, e annunciano che le tre organizzazioni “sono portatrici di proposte di merito sia in relazione alla limitazione delle forme di lavoro flessibile, sia alle necessarie misure che da un lato ne impediscano la proliferazione e dall’altro ne facciano strumento di stabilità del lavoro”. Proposte che “verranno presentate nel momento in cui le organizzazioni sindacali verranno sentite sul complesso della delega ex art.17”.
"Siamo certi - concludono i dirigenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil - che il Governo non potrà esimersi dall'adottare già nella Legge di Bilancio le misure necessarie per evitare la perdita dei posti di lavoro di tanti lavoratori che assicurano servizi fondamentali nelle Pubbliche Amministrazioni, dalle amministrazioni centrali, alla sanità, alle autonomie locali, alle università ed agli enti di ricerca".