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“A giorni si aprirà il tavolo in Regione. L'assessore alla Legalità Massimo Mezzetti ci consegnerà la proposta sui temi della legalità e degli appalti dove c'è una una situazione fuori controllo. Il testo unico proposto dal governo nazionale è irricevibile: non c'è la clausola sociale fino a un milione di euro e si può ancora andare al massimo ribasso. Per noi, questa legge regionale deve avere un tratto identitario e alternativo rispetto allo scenario nazionale. Vedremo il testo che ci verrà consegnato al tavolo nei prossimi giorni. Per quanto ci riguarda, se ci fosse in coerenza con quello nazionale, sarebbe inaccettabile”. Così il segretario generale della Cgil Emilia Romagna, Vincenzo Colla, ai microfoni di RadioArticolo1.
Nella regione, ma non solo, tiene banco il processo Aemilia, definito il 'processo della mafia imprenditrice'. "Ci siamo costituiti parte civile, c'è una sentenza splendida sul ruolo che ha il sindacato non solo come parte lesa in termini economici, ma anche in termini valoriali, per il ruolo che abbiamo nel controllo democratico del territorio. Imprenditori modenesi e reggiani facevano affari con i mafiosi di Cutro”, osserva l'esponente della Cgil, invitando però a non generalizzare: “C'è una comunità di 20mila cutresi, gente che è dovuta emigrare per trovare un lavoro, bisogna distinguerli da 20 mafiosi. Tra l'altro, fra quelle 20mila persone ci sono delegati sindacali e nostri iscritti. Qui il problema è che abbiamo alcuni soggetti che non guardano in faccia a nessuno: non è più un fatto territoriale, è un problema di business nell'illegalità di dimensioni eccezionali. La confisca va bene – aggiunge –, però bisogna progettare sin da subito come usare quei beni per fini sociali. Questa è anche la proposta della Cgil nella discussione che stiamo facendo con la Regione in merito al Testo unico sulla legalità".
Altra peculiarità del territorio è il Patto per il lavoro firmato circa un anno fa. “Ci sono alcuni aspetti positivi”, osserva Colla tracciando un primo bilancio. “C'è un investimento molto importante sul filone della ricerca e dell'istruzione che ha permesso di stabilizzare molti ricercatori. La filosofia è tenere insieme sviluppo e coesione sociale, in altre parole la qualità del lavoro come condizione di un modello di sviluppo. Abbiamo una convenzione con il ministero sull'Agenzia per il lavoro per tenere insieme politiche attive e passive; si sta discutendo di un modello per l'alternanza scuola lavoro e abbiamo raggiunto proprio in questi giorni un accordo firmato dal presidente alla Regione, dell'assessore al Lavoro e anche da Cgil, Cisl e Uil che parte dalla contrattazione alla Ducati e Lamborghini”.
Più in generale sulla condizione dei lavoratori, “in Emilia Romagna abbiamo qualche decimale in più rispetto ad altri territori, ma è sempre stato un po' così. Il quadro non cambia: non si fa occupazione con un Pil da decimale. Da quando la crisi è iniziata – sottolinea Colla – abbiamo 250mila lavoratori bloccati dal sistema pensionistico che non riescono più a reggere alcuni impieghi, e allo stesso tempo sono andati perduti circa 250mila posti nella fascia di età 25-35 anni”. Un tema legato Carta dei diritti universali del lavoro della Cgil: “Stanno firmando tutti i nostri iscritti, ma anche i non iscritti, i lavoratori di altre organizzazioni e altri delegati. Vuol dire che dal punto di vista politico e sindacale stiamo facendo una cosa molto importante, di grande consenso. È una grande operazione democratica dal basso”.