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Il 'viaggio della legalità', che attraversa l’intera penisola, è arrivato nelle Marche oggi, giovedì 20 novembre, nell’area adiacente della Fincantieri di Ancona, dalle ore 9,30 alle 12. Si è discusso di appalti, lavoro irregolare, estorsione e caporalato, con testimonianze di lavoratori e sindacalisti, rappresentanti delle associazioni e operatori istituzionali. Il luogo scelto è un simbolo: di recente, la Fiom di Ancona ha presentato un esposto alla procura della repubblica per episodi di estorsione e caporalato, relativi a un appalto all’interno di Fincantieri, azienda nella quale ci sono molte attività concesse in appalto, dove non sono rispettati i diritti contrattuali dei lavoratori, e l’area portuale rappresenta un contesto, in cui sono diffuse norme di lavoro irregolare in diversi settori. Proprio per tale sistema, che va diffondendosi sempre più, la Cgil Marche ha deciso di avanzare alcune richieste in materia di legalità, da presentare a istituzioni e associazioni.
Legalità negli appalti. Per la Cgil, "occorre che la Regione metta in campo un’iniziativa che definisca un sistema di controllo e di trasparenza negli appalti. La recente istituzione della Stazione unica appaltante della Regione, che prevede anche la creazione di un Osservatorio e un monitoraggio sugli appalti, è un fatto positivo a condizione che diventi operativa".
Lavoro nero e sommerso. "È un fenomeno che interessa anche le Marche. Secondo i dati sull’attività ispettiva diffusi dalle direzioni provinciali del lavoro nel 2013, le imprese ispezionate sono state 6.029, i lavoratori irregolari sono risultati 4.612, di cui 1.581 totalmente in nero. Inoltre, il 56% delle imprese non rispetta la normativa sul lavoro. Le irregolarità più frequenti riguardano le violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, quelle sulla corretta applicazione delle norme contrattuali atipiche o flessibili, ma sono frequenti anche gli illeciti negli appalti. Sono emerse, poi, ventitrè violazioni delle norme sul lavoro minorile e nove di quelle a tutela della lavoratrici madri. Ammontano a 20,9 milioni i contributi e i premi evasi dalle imprese e recuperati, mentre le sanzioni ammontano a 3,3 milioni. Di fronte a tale contesto, la Cgil "chiede un potenziamento dell’attività ispettiva e il rilancio delle attività dei comitati di coordinamento provinciali sull’attività ispettiva".
Lotta all’evasione. Secondo i dati dell’Agenzia delle entrate, nel 2010 le risorse recuperate, grazie alla lotta all’evasione, ammontano a circa 200 milioni, 5 in più rispetto ai 194 incassati nel 2009. Per la Cgil, "occorre mettere in campo azioni di prevenzione a partire da un’elevata cultura della legalità, anche con l’adozione di protocolli antievasione nei territori".
La contraffazione. Dal rapporto di Dglc, la direzione generale per la lotta alla contraffazione, nel periodo 2008-2011 nelle Marche si sono registrati 1.946 sequestri di pezzi contraffatti, per un valore di quasi 33 milioni. Il fenomeno colpisce soprattutto il made in Italy, con abbigliamento, accessori e calzaturiero. Per la Cgil, "occorre potenziare l’intesa firmata nel 2010 tra ministero dello Sviluppo economico e associazioni di consumatori, per mettere in campo azioni di sensibilizzazione".
Il riciclaggio. I dati diffusi dall’Uif (Unione di informazione finanziaria), della Banca d’Italia, nel primo semestre 2012 emerge che le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio hanno interessato le Marche sono state 1.469 con il record di Macerata, 492. Perciò, la Cgil Marche "chiede strumenti di prevenzione, attraverso una stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati".
Infine, l’usura. Il fenomeno è diffuso specialmente nelle aree con più disoccupazione, alti tassi d’interesse, pochi sportelli bancari e tanti protesti. Sulla base di questi indicatori, fatto 100 il valore medio dell’Italia, le Marche si collocano al 10° posto, con un indice pari al 94,3%, che risulta inferiore alla media nazionale, ma più alto tra tutte le regioni del Centro e del Nord.