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“Il movimento sindacale siciliano è fatto di tanti giovani, uomini e donne uccisi dalla mafia. Noi abbiamo fatto in modo di ricordarne la memoria, riscoprendo la loro storia: ne abbiamo contati 156 e questo è il frutto di una battaglia di dignità restituita ai lavoratori della terra, ai braccianti agricoli”. È quanto ha affermato Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia, stamattina ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1.
“Per certi versi, è come se la storia si ripetesse – ha spiegato il dirigente sindacale –, pensando alle attuali condizioni di lavoro disagiate che stiamo vivendo, soprattutto nel Mezzogiorno. Oggi siamo in una dimensione di svalorizzazione del lavoro e noi proviamo a ricostruire un’identità del lavoro. Lo facciamo attraverso tantissime iniziative, che, da un lato, guardano alle molteplici vertenze in campo, mentre, dall’altro, osservano la mancanza di prospettive per i giovani, che sono i più deboli e vulnerabili. Per questo, come Cgil, abbiamo immaginato un’idea di Paese attraverso la Carta dei diritti universali del lavoro, che ha l’obiettivo di rimettere al centro il lavoro, i diritti, la dignità”.
“Un nuovo Statuto che sosteniamo con due quesiti referendari che affrontano le criticità odierne, come i voucher, che crescono al ritmo di un milione all’anno, e le condizioni di lavoro negli appalti, soprattutto nei servizi, dove la contraddizione dei subappalti a iosa produce la negazione dei diritti. Rispetto a questo, ci vedo un filo che ci lega a quella gloriosa storia che abbiamo alle spalle e di cui siamo orgogliosi, non solo perché fa parte del nostro Dna, ma perché ci fa vedere il presente e il futuro con prospettive più ricche e diverse”, ha continuato l’esponente Cgil.
Le lotte portate avanti nel corso di oltre settant’anni, dal Dopoguerra ad oggi, hanno inciso sulla coesione sociale, la civiltà del lavoro e anche sulla qualità della nostra democrazia. "Di sicuro, va dato onore al sindacato di aver condotto tantissime iniziative di emancipazione. Anche qui, vi leggo un rapporto stretto con figure quali Accursio Miraglia, ricordato giorni fa assieme a Susanna Camusso. Egli era il segretario della Camera del lavoro di Sciacca, in provincia di Agrigento, e aveva anche il compito d’istruire le persone. È grazie a figure come lui che la Cgil ha costruito una dignità del lavoro in linea con la nostra Costituzione, che abbiamo difeso di recente, e che porta in sé un progetto che vede al centro il lavoro, la tutela della salute, l’istruzione, la solidarietà, la pace, la democrazia. Quando parliamo della nostra storia ci piace identificarla con quella del Paese, perché siamo sempre stati fra i protagonisti”, ha rilevato ancora il sindacalista.
Dopo il referendum del 4 dicembre, è rispuntata l’Italia con i drammi del lavoro, scaturiti da una crisi assai lunga e profonda. "Noi abbiamo la capacità d’interpretare la società e i suoi cambiamenti. Perciò, ora abbiamo puntato sulla Carta dei diritti del lavoro, allo scopo di mettere in relazione il lavoro autonomo con quello dipendente, proprio in un momento in cui il lavoro sta perdendo la sua connotazione tradizionale per diventare sempre più flessibile, dai voucher alle collaborazioni varie. Oggi unire i lavoratori sul piano dei diritti vuol dire riunificare la società. Questa intuizione che la Cgil ha avuto è straordinaria, a mio giudizio, e andrebbe esportata a livello nazionale e anche sul piano europeo: quando una politica non funziona e non produce effetti positivi sull’economia bisogna trarne le conclusioni e cambiare strada”, ha aggiunto il leader sindacale siciliano.