Lavoro nero, caporalato, corruzione, evasione fiscale, riciclaggio e potere mafioso: sono tante le facce del sistema complesso e potente dell’illegalità che opprime l’Italia e che rappresenta la vera emergenza sulla quale occorrerebbe intervenire in maniera energica e determinata. Un sistema dal quale l’Umbria non è esclusa, naturalmente, come dimostrano le storie e i fatti emersi oggi, 19 novembre, nel corso dell’iniziativa della Cgil “Legalità: una svolta per tutte”.
Un viaggio che il sindacato nazionale sta compiendo in tutta Italia, a bordo del furgone della legalità, e che oggi ha fatto tappa a Perugia dove la Cgil regionale ha raccolto voci e testimonianze di addetti ai lavori, istituzioni, ma anche vittime dell’illegalità. Particolarmente significativa la videotestimonianza di un lavoratore del Bangladesh (voce distorta e volto coperto), che ha raccontato la sua esperienza di lavoro sfruttato presso un’azienda agricola della regione, dove a fine mese i lavoratori erano costretti a restituire parte dello stipendio ricevuto al datore di lavoro, oltre che a vivere in un vecchio casolare in condizioni indegne di una società civile.
Dopo questa importante denuncia, il dibattito, coordinato da Mario Bravi, segretario generale della Cgil Umbria, è stato arricchito da molti interventi. Dopo l’introduzione di Maria Rita Paggio, segretaria regionale Cgil, che ha illustrato le ragioni e i contenuti della campagna del sindacato e il saluto dell’assessore regionale Stefano Vinti, Umberto Rana, magistrato del tribunale di Perugia, ha approfondito in particolare il fenomeno dei fallimenti aziendali (nell’ultimo biennio praticamente uno ogni due giorni, ha spiegato il giudice), mentre l’avvocato Ilenia Filippetti, responsabile della sezione monitoraggio appalti di servizi e forniture Regione Umbria, ha affrontato appunto il nodo centrale del sistema degli appalti, evidenziando alcune storture del sistema normativo (come il fatto che per gli appalti sotto i 150.000 euro non siano previsti i controlli antimafia) e sottolineando un dato significativo: in Umbria alle gare pubbliche per i servizi di importo superiore ai 150.000 euro, nel 68% dei casi partecipa una sola impresa.
Sono poi intervenuti Igor Prata, della Flai Campania, che ha descritto le problematiche di un territorio fortemente condizionato dalla criminalità organizzata, ma anche le esperienze positive che nascono e crescono dal basso, e Salvatore Lo Leggio di Libera Umbria, che ha ricordato l’importante lavoro svolto e da svolgere, anche con il sostegno della Cgil, sui beni confiscati alle mafie, a partire da quello di Pietralunga e da tutti gli altri che nei prossimi anni si aggiungeranno.
A chiusura dell’incontro, Luciano Silvestri, responsabile legalità per la Cgil nazionale, ha sottolineato l’importanza del lavoro che, attraverso la costruzione di una rete tra vari soggetti – istituzioni, sindacato, magistratura, associazioni – può essere portato avanti sul territorio per contribuire a quella vera svolta di cui il paese ha bisogno. In questo senso, Silvestri ha invitato a lavorare anche in Umbria alla costruzione di un protocollo di intesa tra sindacati e procure della repubblica che, nella diversità delle funzioni, rafforzi un impegno comune a contrasto dell’illegalità, in particolare nell’economia e nel lavoro.
Legalità: campagna Cgil fa tappa a Perugia
Lotta a corruzione, evasione e malaffare, la vera sfida da intraprendere anche in Umbria
19 novembre 2014 • 00:00