Continua il presidio con il camper di Cgil, Flai e Patronato Inca nella zona di Nardò dove sostano i migranti stagionali. Alcuni giorni fa, nel tardo pomeriggio del 24 luglio, abbiamo tenuto un’assemblea con i lavoratori sulla loro condizione attuale, con particolare riguardo alla questione dell’accoglienza. Lo rende noto la Flai di Lecce.

"Dai loro interventi in assemblea - scrive - è emerso che:


- il campo allestito dall’amministrazione comunale risulta inadeguato, sia per il numero insufficiente di tende in cui alloggiare, sia per l’assenza di acqua calda e di zone d'ombra.

- Restano “operativi”, nonostante il servizio mensa della Caritas, ancora ben quattro “ristoranti”: il servizio cioè gestito dai caporali all'interno della ex falegnameria - che risulta ancora abitata da numerose persone - e in prossimità dell'ex campo degli ulivi.

- Risulta essere ancora inalterato il sistema di “collocamento” al lavoro gestito dai caporali, alle dipendenze dei soliti imprenditori agricoli. 300 euro a settimana è la somma che essi richiedono per inserire le persone nelle squadre di lavoro, il 10 percento la percentuale del guadagno da essi trattenuta. Il costo del trasporto è a parte.

- Permane sempre lo stesso sistema di utilizzo dei permessi di soggiorno in corso di validità: vengono utilizzati per mascherare il massiccio utilizzo di lavoratori che non sono regolarmente presenti sul territorio (più deboli, più ricattabili, più invisibili).
 
Questo è quanto continuano a denunciare i lavoratori - prosegue il sindacato -. Nel corso dell'assemblea è stato quindi deciso di costituire una delegazione di lavoratori e di chiedere un incontro con l'amministrazione comunale di Nardò. Per giovedì 31 luglio alle ore 11 la delegazione presidierà il municipio della città attendendo di essere ricevuti.

L’obiettivo - spiega - non è solo quello di rivendicare il diritto a un'accoglienza più dignitosa, ma anche per rammentare alle Istituzioni che non siamo complici di quella che appare più un’operazione di facciata che non un intervento mirato. Il sistema illecito di organizzazione dei lavoratori migranti, infatti, appare inalterato.

In questo modo non si fa altro che spendere denaro pubblico inutilmente e non si disturba minimamente l'interesse di coloro che, dalla presenza di questi lavoratori, realizzano guadagno dal mercato delle braccia, come dal mercato di uomini e di donne, queste ultime giovanissime costrette a prostituirsi come ulteriore “servizio” offerto dai caporali", conclude la Flai.