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La Giornata internazionale della donna è l’occasione giusta per parlare di discriminazioni di genere e di diritti spesso negati. Non è un caso che le ultime statistiche sull’occupazione in Italia mostrino, a colpo d’occhio, una totale inadeguatezza del nostro paese nel valorizzare le professionalità femminili: le donne sono meno pagate dei colleghi uomini, più sottoposte alla contrattualizzazione precaria e maggiormente a rischio disoccupazione se neomamme.
La lotta alla violenza e la parità salariale sono i due hashtag lanciati dal Coordinamento Cgil, Cisl e Uil per indicare un impegno congiunto al fine di garantire tutela e pari opportunità. Se è vero che le donne rappresentano il cuore dell’economia europea, dunque è altrettanto vero che sono le politiche del lavoro a dover essere al centro dell’agenda politica degli Stati membri. Il ragionamento vale sia a livello europeo sia calato nelle realtà regionali italiane.
Secondo i dati forniti dal Coordinamento donne della Cgil di Roma e Lazio, nel terzo trimestre del 2016 il tasso di inattività riferito alle donne residenti nella Regione Lazio è del 41,8 per cento, con 811 mila unità di lavoratrici inattive. Il tasso di disoccupazione è pressoché paritario tra il genere maschile e femminile (10,6 per gli uomini e 10,4 per cento per le donne), più specificamente le lavoratrici disoccupate sono circa 116 mila a fronte dei 245 mila disoccupati uomini. Queste ultime statistiche denotano come il gap tra la disoccupazione maschile e quella femminile si sia affievolito rispetto agli ultimi anni. Tuttavia non c’è tanto da gioire, se si considera che le recenti vertenze che interessano Almaviva, Alitalia e Sky ritraggono situazioni complesse che vedono più coinvolte, in termini numerici, le dipendenti donne, le quali rischiano maggiormente la perdita del posto di lavoro.
Mercoledì 7 marzo il Coordinamento donne della Cgil di Roma e del Lazio ha anticipato la ricorrenza con la proiezione di “7 minuti”, il film di Michele Placido ispirato a una storia realmente accaduta in una fabbrica tessile a Yssingeaux, in Francia. L’iniziativa, svoltasi a Roma presso la Sala Soldini, è stata molto partecipata e ha offerto, da un lato, uno spunto interessante per affrontare il tema dell’erosione dei diritti e dell’incertezza del futuro, dall’altro ha evidenziato che solo con la solidarietà e con la resistenza al ricatto si può davvero riaffermare la dignità del lavoro. “Il Coordinamento donne della Cgil di Roma e Lazio – dichiara Marina Pierlorenzi, una delle tre componenti del gruppo esecutivo – sta cercando di rafforzare il proprio impegno per costruire una piattaforma partecipativa organizzata secondo un modello plurale. Sicuramente non ci fermiamo qui, ma continueremo con altre iniziative per le donne, come ad esempio quella in programma per il 30 marzo che riguarda la lotta contro la violenza di genere”.